In Nepal si continua a morire. Dopo il terremoto arrivano i monsoni e le frane: spazzato via un intero villaggio

frana 1In Nepal si continua a morire. Non più per il terremoto ma per i nubifragi. Come temuto, infatti, sono arrivati i monsoni e con queste le piogge torrenziali che in un Paese già duramente messo alla prova dalle scosse, vuol dire altra distruzione e morti. Il terreno, infatti, non tiene e le colline e le montagne si “sciolgono” in vere e proprie colate di fango che invadono i villaggi vicini.

Quello che è successo a Taplejung, dove  la frana innescata dalle incessanti piogge ha causato la morte di 53 persone: molti sono gli scomparsi. L’intera area di Liwang, Thokling, Thinglabu e Lingket è stata letteralmente inghiottita dalla colata di fango. Il numero delle vittime potrebbe continuare a salire.

“La pioggia e le inondazioni stanno, inoltre, ostacolando i soccorsi – come riferisce la polizia locale – Un elicottero del Nepalese Army, decollato da Kathmandu non è stato in grado di raggiungere il villaggio a causa del maltempo”.

Ad essere difficili sono anche i soccorsi via terra: la frana in Myankha ha ostruito l’autostrada Mechi.

Non sembra esserci pace, dunque, per il Nepal: la strada per la rinascita e il ritorno alla normalità è sempre più in salita e la popolazione deve costantemente difendersi dalle scosse, i monsoni e la povertà. Il 12 giugno, infatti, una nuova scossa di magnitudo 5.3 ha colpito il Paese, nel distretto Sindhupalchowk, (65 km al largo di Kathmandu): l’ennesimo assestamento dopo il terribile terremoto del 25 aprile provocando 9mila vittime. Da allora – è trascorso oltre un mese e mezzo – non c’è giorno che gli abitanti del Nepal non sentano 3 o 4 piccole scosse di assestamento.

Inoltre, secondo il rapporto della Commissione nazionale di pianificazione nepalese, quasi un milione di nepalesi scivoleranno sotto la linea della povertà in conseguenza del terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito il paese il 25 aprile scorso, causando quasi 9.000 morti e gravissimi danni materiali.

“Il sisma e le sue repliche hanno spinto altre 982.000 persone nella povertà – si legge nel Rapporto – a causa della perdita di beni e di opportunità di generare risorse”.

Secondo le statistiche della Banca mondiale (Bm), i poveri in Nepal erano il 24,8% dei 27 milioni di abitanti (2013). Questo però calcolando la linea della povertà al di sotto di un reddito di 1,25 dollari al giorno. Se tale linea fosse alzata a 2 dollari giornalieri, allora i poveri nepalesi sarebbero secondo la Bm il 57,3% della popolazione.

Ecco perché questa gente, mamme e bambini in primo luogo, continuano ad avere bisogno del tuo aiuto. Chiama il numero verde per le donazioni 800224455 grazie alle quali  gli operatori Ai.Bi. in Nepal potranno distribuire kit di sopravvivenza, igienico sanitari, allestire tende e spazi sicuri. Oppure visita la pagina dedicata alla campagna “Terremoto Nepal” e scopri come puoi essere d’aiuto ai bambini nepalesi.

Fonte: http://www.ekantipur.com/