Terremoto Nepal

Nepal. Ai.Bi. a difesa dei più fragili: diventa realtà la scuola residenziale per i minori affetti da disabilità mentale. Un modello per le strutture antisismiche

In Nepal a causa di molte superstizioni legate ai disabili, i bambini con problemi fisici o mentali, spesso non vengono seguiti adeguatamente: anzi, normalmente vengono relegati al silenzio e all’abbandono. Molti di loro rimangono giornate intere chiusi a chiave in stanze buie, mentre nessuno si occupa di loro.  Da oggi però grazie all’intervento di Ai.Bi. (Amici dei Bambini), i bambini con disabilità possono intraprendere un percorso che li valorizzi e che contribuisca ad ottenere piccole vittorie quotidiane. Questo grazie a una struttura residenziale per bambini con disabilità mentale (per lo più autismo) che andata distrutta a seguito del terribile terremoto dello scorso 25 aprile, ora Ai.Bi. ricostruirà.

Nepal. Il dramma non si ferma: nuove scosse e piogge torrenziali spazzano via quel poco rimasto in un Paese devastato

C’è anche un bambino tra le 5 persone rimaste ferite nella città nepalese di Hagam a causa di una frana innescata dalle piogge torrenziali e favorita dalle nuove scosse di terremoto che hanno colpito il Nepal nelle ultime ore. Nel Paese già devastato dal sisma del 25 aprile e del 12 maggio, infatti, la terra continua a tremare.

Nepal. Gli “Angeli” di Ai.Bi.: “Avvertita di notte, sono partita subito: sapevo che andavo ad affrontare un’emergenza che toccava tantissimi cuori”

“Mi hanno chiamata di notte all’improvviso e mi hanno detto: ‘Vai! In Nepal c’è stato il terremoto: c’è bisogno di te’”. Comincia così il racconto di Silvia Cappellicooperante di Amici dei Bambini e attualmente responsabile delle attività predisposte nel Paese asiatico per far fronte all’emergenza.

Nepal, il sistema scolastico che non c’è più: il terremoto ha raso al suolo più di 30mila classi

L’immagine di Topolino e di un fiore dipinti sulle pareti sono solo un lontano ricordo per gli alunni della Raj Kaleshwor School, nel distretto di Dolakha, uno dei più colpiti dal terremoto che ha sconvolto il Nepal. Ora quelle pareti sono in frantumi e la scala in legno che portava al secondo piano – completamente distrutto dal sisma – penzola pericolosamente.

In Nepal si continua a morire. Dopo il terremoto arrivano i monsoni e le frane: spazzato via un intero villaggio

In Nepal si continua a morire. Non più per il terremoto ma per i nubifragi. Come temuto, infatti, sono arrivati i monsoni e con queste le piogge torrenziali che in un Paese già duramente messo alla prova dalle scosse, vuol dire altra distruzione e morti. Il terreno, infatti, non tiene e le colline e le montagne si “sciolgono” in vere e proprie colate di fango che invadono i villaggi vicini.

Nepal. Landriano e Kathmandu legati da un nastrino: i pensieri dei bambini colorati di verde speranza

Noi bambini siamo simpatici ma anche con molta fantasia. Creiamo molte cose e vogliamo molte cose. Però alcune famiglie sono tristi e senza casa come quelle del Nepal: quindi ravviviamole e facciamole più contente”. E’ uno dei tanti messaggi scritti dai bambini della terza elementare della scuola Bergamaschi (Torrevecchia Pia a Landriano) e affidati a dei nastrini verdiVerde come la speranza di arrivare  dritti al cuore dei loro coetanei e cercare così di incoraggiarli. A scrivere è Alice, ma non è l’unica.

Nepal. “Si sveglia di notte e si mette a giocare”: a Narayanhiti Durbar i bambini dimenticano le paure e giocano in ‘Spazi sicuri’

Il gioco per i bambini non è solo un momento divertente ma anche un mezzo per imparare a comunicare con gli altri, esprimere i sentimenti e sviluppare abilità nel risolvere situazioni problematiche. Il gioco svolge un vero e proprio potere terapeutico di cui Ai.Bi., Amici dei Bambini, è pienamente consapevole: per questo ha realizzato nel campo di Narayanhiti Durbar uno spazio sicuro  in cui  20 bambini (di età oscillante dai 2 agli 8 anni) di cui 8 orfani possono giocare spensierati e al sicuro.  Un progetto avviato con la collaborazione del partner Divay Ankur.

Firenze. La generosità contagiosa di Alessio, figlio adottivo nepalese…e sull’altare appare una busta anonima con su scritto ‘per il Nepal’

E’ stato adottato a 9 mesi e questo lo ha salvato dalla povertà, desolazione e disperazione. Quelle stesse che vede negli occhi dei bambini, suoi connazionali, quando passano in tv le immagini del terremoto che ha devastato il Nepal. Un pensiero che non fa dormire Alessio per diverse notti, ne parla a scuola (la “Regina Mundi” di Matassino Reggello a Firenze), con i compagnetti, con le insegnanti.  Li mobilita “costringendoli” a non restare indifferenti: si decide per una raccolta fondi. Ma non sarà l’unica…

Nepal. Quaderni, album e matite colorate accendono il sorriso di oltre 300 bambini delle scuole di lamiera nel villaggio di Tupche

Quaderni, astucci con matite colorate, penne, gomma per cancellare, temperino e album per disegnare. Semplici accessori scolastici che equivalgono a un tesoro raro e prezioso per i bambini nepalesi. Ed è proprio così che lo “ricevono” nelle loro piccole manine da quelle più forti delle nostre cooperanti Ai.Bi.in Nepal, Silvia e Fulvia che hanno distribuito oltre 300 kit scolastici ai piccoli alunni delle scuole di lamiera nel villaggio di Tupche, colpito gravemente dal terremoto del 25 aprile e del 12 maggio.

Nepal. Da Salerno a Kathmandu: sono i più piccoli ad aiutare i loro “compagni”

In Nepal è suonata domenica la campanella del ritorno a scuola. Ma per moltissimi alunni non esiste più una scuola dove tornare. Così 14 mila alunni sono rientrati in aule temporanee realizzate con materiali di fortuna: lamiere, bambù o teli di plastica. E loro sono i “fortunati”: perché circa un milione di bambini continueranno a sognare quaderni, libri e banchi. Quegli stessi banchi da cui però i loro compagnetti italiani, precisamente della scuola secondaria di I° grado A.Balzico di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, mandano un messaggio concreto di solidarietà.

Nepal. Gli angeli di Ai.Bi. volano a Choutara con un elicottero stracolmo di kit igienici mensili

Ai.Bi. non molla e soprattutto mantiene le promesse. Non abbandona la popolazione nepalese, intercetta i bisogni dei più fragili, mamme e bambini in prima linea,  e si attiva subito per il loro soddisfacimento. Ed ecco che, dopo la distribuzione e l’allestimento di 30 tende nel villaggio di Madhavpur (un centro montano a 200 km da Katmandu) oggi e domani (28 e 29 maggio) i nostri operatori di Amici dei Bambini, Silvia Cappelli, Tulasa e Fulvia Clerici, sono volate a Chautara, distretto di Sindhupalchok. La loro missione: distribuire 50 kit igienici ad altrettante famiglie del villaggio.

Nepal. Le autorità: “I minori non possono viaggiare soli. Rischiano di cadere nelle mani dei trafficanti”

Allarme rosso in Nepal: i terremoti del 25 aprile e del 12 maggio potrebbero esporre a “compravendite” i bambini. In un Paese, infatti, non nuovo a questo traffico di esseri umani, la paura che questo mercato spregevole possa ulteriormente alimentarsi, è fondata. Per contrastarlo, il Ministero della Previdenza sociale per le donne e i bambini di Kathmandu, ha reso noto che ai ragazzi al di sotto dei 16 anni non sarà permesso di viaggiare al di fuori del loro distretto di residenza senza un genitore o un adulto autorizzato.

Kathmandu. “Prakash, hai paura del terremoto?” “No!” ma poi corre a nascondersi dietro la veste della sua mamma…

Mentre la terra continua a tremare in Nepal i bambini sono i soggetti più vulnerabili e allo stesso tempo i primi a cui puoi far tornare il sorriso. A distanza di un mese dalla prima scossa, avvenuta lo scorso 25 aprile, è tempo di bilanci: si parla di oltre 8.600 morti e 20.000 feriti.  E per chi è rimasto, non è semplice andare avanti: trovare la forza e la “serenità” di ricominciare. Come per Parkash cha ha paura dei rumori.

Nepal. Distribuite le prime 30 tende nel villaggio di Madhavpur : circa 300 famiglie dormiranno al riparo da freddo e intemperie

Oltre 300 nepalesi, tra cui mamme e bambini, da oggi avranno un “tetto” sopra la testa. Ai.Bi. ha consegnato e allestito le prime 30 tende nel villaggio di Madhavpur, un centro montano a 200 km da Katmandu. Qui vivono circa  4 mila nepalesi di cui 900 bambini ed è il centro tra i più colpiti dai due terremoti, del 25 aprile e del 12 maggio: scosse che hanno distrutto totalmente circa 50 case e danneggiato gravemente l’ 80%, tra cui anche centri locali di salute e scuole.

Nepal. Il terremoto finisce per chi muore. Ma è una tortura che continua per chi sopravvive.

Passato  il momento dell’emergenza, scatta l’ora della ricostruzione e non è solo il paesaggio trasformato a darci l’immagine di quel terremoto, con i suoi monumenti distrutti, i templi e i simboli. Non è neanche l’Everest abbassato di due centimetri e mezzo o Kathmandu di un metro. La mutazione del paesaggio è dentro le sue viscerenelle frane che sono rimaste negli occhi delle persone che sono rimaste miracolosamente vive e che ora si aggrappano a quelle macerie, lontani  ricordi di quella che prima era la loro casa.

Kathmandu. Il telefono squilla: “Qui non è arrivato nessuno. Potete aiutarci?” e gli operatori Ai.Bi. vanno dove gli altri non riescono…

“Squilla il telefono e ci dicono ‘Qui non è arrivato nessuno, potete aiutarci?’ Oppure “Ci sono un sacco di bambini che girano fra le macerie ed edifici pericolanti, potete preparare un’area protetta per farli giocare e stare tranquilli?”.  Più o meno ogni giorno negli uffici di Ai.Bi., in Nepal si ripete lo stesso “copione”: squilla il telefono e dall’altro capo della cornetta sono i volontari di altre associazioni o gente comune che chiede aiuto. 

Nepal. Kathmandu: “Le mamme sono più spaventate dei bambini e non sanno più cosa dire loro.” Cosa può fare oggi una famiglia italiana?

“Immaginate di sopravvivere ad una scossa di 7.8 gradi e di dormire per 5/6 giorni sotto una ceratasenza acqua, cibo, elettricità e spesso senza toilette. Riuscite ogni tanto a tornare in casa di corsa a prendere poche cose che vi potrebbero essere utili, come i soldi nascosti in un cassetto o qualche maglione e giacca a vento per la sera, per poi correre a cercare figli e parenti”. A parlare è Silvia Cappelli, cooperante Ai.Bi. in Nepal che i giorni immediatamente precedenti la seconda scossa di terremoto che ha sconvolto il Paese dopo il primo sciame sismico del 25 aprile.

 

 

Varese. Con “Aiuta una mamma” del Nepal, l’associazione 23&20 si schiera dalla parte dei bambini

Basta un fiore a volte a fare la differenza. Soprattutto quando a donarlo sono i bambini alle mamme, non necessariamente le proprie ma quelle meno fortunate e che si trovano dall’altra parte del mondo a combattere contro la povertà e la distruzione. Quelle mamme e bambini che da un giorno all’altro hanno perso tutto, casa e affetti: le mamme del Nepal.

Nepal. Inizia la fase più difficile per chi ha perso la propria casa: Ai.Bi. lancia una campagna di Sostegno a Distanza “Sosteniamo le famiglie del Nepal”. Accoglienza interfamiliare in prima linea

Nel Nepal sconvolto dal terremoto del 25 aprile, mentre non è ancora finita la conta dei morti, si deve già pensare alla fase successiva: quella dell’emergenza umanitaria, del rischio epidemie, degli aiuti alla gente a cui il sisma ha tolto tutto. Inizia ora, infatti, il momento più difficile per la popolazione nepalese. Prima che la ricostruzione inizi e porti i primi risultati, le famiglie del Paese asiatico saranno costrette a rimanere senza casa per almeno 1 o 2 anni.

Kathmandu. Appello di Child Protection Working Group: “Attenzione alle donazioni agli orfanotrofi sorti dopo il terremoto”

Essere bambini non è mai stato facile né sicuro in Nepal, il Paese con alti tassi di povertà, abbandoni e mortalità infantile. Il terremoto dello scorso 25 aprile ha reso orfani tantissimi bambini, moltiplicando il rischio di traffici illeciti. L’allarme del  CPWG: “Ci sono ora serie ragioni di preoccupazione  che il terremoto acceleri questo trend nel trafficoorfanotrofi che offriranno centinaia di posti ai bambini, e non abbastanza viene fatto nelle aree rurali per fermare la separazione dei bambini dalle loro famiglie”.

Roma: “Bastano 50 cent” “Ma noi vogliamo dare di più! Ecco la riposta degli alunni di via Aretusa”

La solidarietà annulla le distanze. I 6.635 chilometri che separano Roma da Kathmandu diventano niente grazie alla generosità dei bambini di una scuola romana verso le vittime del terremoto che ha sconvolto il Nepal. I piccoli alunni dell’Istituto Comprensivo “Via Aretusa” e i loro genitori sono diventati donatori davvero speciali nella raccolta fondi lanciata da Amici dei Bambini per la popolazione nepalese.

Kathmandu: Silvia Cappelli (cooperante Ai.Bi.) “Sorridere vuol dire ridare speranza. Così abbiamo inventato il ‘gioco della mascherina’”

Morte, distruzione, devastazione, miseria e povertà. Ma trovare, comunque, la forza di sorridere. Perché nel sorriso risiede la vera forza: quella della speranza. E’ quello che stanno facendo Fulvia e Silvia, le due cooperanti di Ai.Bi., Amici dei Bambini, che instancabilmente non si staccano dai più piccoli e fragili, i bambini: le prime grandi vittime del terremoto che ha distrutto Kathmandu lo scorso 25 aprile. E allora ecco che anche indossare la mascherina, necessaria per proteggersi dalle esalazioni provenienti dai cadaveri che vengono bruciati per strada e dai rifiuti in decomposizione, diventa un momento “di gioco”. 

Nepal. Sale ancora il numero delle vittime: 7.200. E davanti al rischio epidemie è sempre più urgente sostenere l’accoglienza interfamiliare

È una tragedia senza fine quella che ha colpito il Nepal. Secondo le autorità locali, il bilancio delle vittime del sisma che il 25 aprile ha sconvolto il Paese asiatico sarebbe salito a 6.198 morti e 13.827 feriti. Ma si tratta purtroppo di un bollettino destinato ad aggravarsi ulteriormente.

Nepal, avviato il progetto di accoglienza interfamiliare: sostenere famiglie nepalesi che ospitano nella propria casa altre famiglie a cui il terremoto ha tolto tutto

La prima ricostruzione da avviare è quella dell’animo. Ridotto in macerie come la maggior parte degli edifici che fino a sabato 25 aprile erano la dimora di una popolazione povera ma laboriosa come quella nepalese. Gente che oggi, a meno di una settimana dal sisma che ha colpito il suo Paese, si trova in gran parte costretta a dormire in strada, senza acqua, cibo, medicinali, coperte.

Silvia Cappelli (Cooperante Ai.Bi.) “Il telefono ha squillato e non ho avuto dubbi: dovevo partire per Kathmandu. I bambini hanno bisogno anche di me”

“Quando ha squillato il cellulare, prima ancora di vedere il numero sul display, ho capito che era arrivato il momento di partire per il Nepal. Sono una cooperante Ai.Bi. ed esserlo vuol dire sposare una precisa missione: essere sempre in prima fila in difesa dei più fragili, i bambini innanzitutto”. Inizia così il racconto di Silvia Cappelli, cooperante di Amici dei Bambini partita ieri (28 aprile) per  Kathmandu dove ad attenderla c’è l’altra cooperante Ai.Bi. Fulvia Clerici.

Nepal. Ecco come salvare la vita di migliaia di bambini senza ripetere gli errori del passato: affido interfamiliare, affido internazionale, accoglienza mamme con bambino

Il rischio è che il peggio debba ancora arrivare. Gli effetti del catastrofico terremoto che sabato 25 aprile ha sconvolto il Nepal potrebbero farsi sentire anche molto dopo la fine dello sciame sismico che a distanza di giorni dalla prima devastante scossa sta facendo ancora tremare il Paese. Come quasi sempre accade quando una calamità naturale di questa portata colpisce una zona povera del mondo, il periodo che segue la catastrofe è non meno drammatico.

Emergenza Minori Nepal. “Un mondo, una famiglia”: come funziona il progetto di accoglienza interfamiliare di Ai.Bi. per salvare centinaia di bambini con l’aiuto delle famiglie italiane?

Primo obiettivo distribuire acqua e medicinali. Secondo step permettere ai sopravvissuti di avere un tetto e permettere di ritornare alla normalità, in un Paese dove da quattro giorni bere un bicchiere d’acqua potabile è un lusso; la corrente elettrica  è un privilegio riservato solo ad alcuni quartieri della capitale Kathmandu scampati alla devastazione; le strade sono ridotte a cumuli di macerie.

Nepal: le cose da non fare per chi vuole dare un aiuto efficace

Una lista fuor di retorica di tutte le cose da non fare, ma soprattutto da fare per aiutare la popolazione in Nepal: la presenta questo articolo, che riportiamo integralmente, pubblicato da “Vita” martedì 28 aprile.  Se vedendo le drammatiche, devastanti, immagini provenienti dal Nepal vi sentite in dovere di fare qualcosa, prendetevi cinque minuti e fermatevi a pensare che cosa davvero potete fare voi per dare un aiuto concreto.

Kathmandu. Migliaia di bambini rischiano l’ipotermia: il sisma ha spazzato via le loro case e si dorme all’addiaccio in accampamenti di fortuna

Decine di migliaia di bambini sono a rischio ipotermia in Nepal e il bilancio delle vittime è già salito oltre i 4 mila morti e 7 mila i feriti, ma i numeri sono destinati ad aumentare. La tragedia che ha messo in ginocchio il Nepal si specchia negli occhi dei bimbi colpiti dal terribile terremoto di sabato 25 aprile. Il sisma li ha uccisi, ha portato via i loro genitori, ha spazzato via le loro case, ha infranto tutte le loro certezzeÈ un dramma nel dramma.

Gianni Pittella (Europarlamento): “La comunità internazionale ed europea devono aiutare il popolo nepalese”

Dopo il terremoto che ha messo in ginocchio il Nepal il 25 aprile politici italiani ed europei si sono attivati per sensibilizzare a raccogliere fondi in aiuto alla popolazione colpita dal disastro naturale.Il presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici del Parlamento Europeo, Gianni Pittella “Incoraggiamo i cittadini a donare direttamente alla causa, tramite le ONG e gli altri operatori umanitari attivi sul terreno”

Kathmandu. “I bambini del centro Paani stanno tutti bene. Ora dobbiamo aiutarli a dimenticare quei momenti terribili”

I bambini del Centro Paani, gestito da Ai.Bi. a Kathmandu, stanno bene. Sono tutti sani e salvi. Il centro stesso non ha subito gravi danni, al momento del terremoto era chiuso e questo ha fatto si che non ci fossero i bambini che quotidianamente frequentano la struttura. Arrivano notizie rassicuranti dal Nepal, per bocca della cooperante Ai.Bi., Fulvia Clerici.

Kathmandu. Ai.Bi. apre un “centro di prima assistenza”: acqua e medicinali i bisogni immediati. Numero verde per emergenza minori.

Un numero verde per le emergenze e un centro di prima assistenza per la distribuzione di acqua e medicinali. Ecco i primi interventi concreti che Ai.Bi. Amici dei Bambini mette in campo a Kathmandu per fronteggiare l’emergenza terremoto in Nepal. Il numero verde per l’emergenza minori è 800224455 e il centro di prima assistenza sarà creato nei locali del Centro Paani di Ai.Bi, la struttura destinata al sostegno dei minori abbandonati e in difficoltà.

Kathmandu. Fulvia Clerici (coordinatrice Ai.Bi. in Nepal): “Sembrava ci stessero bombardando, non riuscivo nemmeno a stare in piedi. Ora pensiamo ai nostri bambini: qui manca tutto!”

“Non ho mai sentito un terremoto così forte, ho pensato stessero bombardando, per fortuna tutto il nostro personale sta bene, adesso pensiamo ai bambini: qui manca tutto!”. A parlare è Fulvia Clerici, la coordinatrice Ai.Bi. in Nepal, raggiunta al telefono. Amici dei Bambini è presente in Nepal dal 2006 con interventi  che si concentrano nella Valle di Kathmandu, dove il numero dei bambini a rischio di abbandono e abbandonati è altissimo. Ai.Bi. da anni presente sul territorio, ha avviato immediatamente una raccolta di fondi per aiutare la popolazione.