Nepal. Quaderni, album e matite colorate accendono il sorriso di oltre 300 bambini delle scuole di lamiera nel villaggio di Tupche

scuolaQuaderni, astucci con matite colorate, penne, gomma per cancellare, temperino e album per disegnare. Semplici accessori scolastici che equivalgono a un tesoro raro e prezioso per i bambini nepalesi. Ed è proprio così che lo “ricevono” nelle loro piccole manine da quelle più forti delle nostre cooperanti Ai.Bi., Silvia e Fulvia.

I piccoli alunni della Bhiairab school del villaggio di Tupche (del distretto di Nwakot ) stringono al loro petto il kit scolastico di Amici dei Bambini come un dono tutto da esplorare e con gli occhi stralunati e, finalmente sorridenti, lo aprono e cominciano, i più piccoli a scarabocchiare sui fogli degli album, mentre i più grandi a scrivere il loro nome. Una “normalità”  negata loro dal terremoto del 25 aprile e del 12 maggio.

Un vero e proprio momento di festa per tutti i 325 alunni della scuole di lamiera e bambù di  Tupche:  dai più piccini dell’asilo ai più grandi della scuola media, tutti destinatari di regali inaspettati. Una nota di colore per contrastare il grigio delle lamiere, la ‘trasparenza opaca’ dei teli di plastica e il marrone scuro dei bambù: i materiali con cui sono realizzate le classi  estemporanee.

Povertà assoluta ma alla quale ogni giorno si prova a reagire. Nonostante tutto. E anche loro, i bambini dei villaggi più sperduti e più difficili da raggiungere del Nepal, come il distretto di Nwakot, non vogliono essere da meno: vogliono tornare a scuola come i 14 mila compagnetti più fortunati la cui scuola non è andata distrutta.

Gli oltre 300 kit sono stati distribuiti da Ai.Bi. in partnership con SWI, social worker institute.

“Nel village development committe di Tupche ci sono una decina di scuole – racconta la cooperante di Amici dei Bambini, Silvia Cappelli – tutte in condizioni terribili. E’ un villaggio molto povero e qui il terremoto ha avuto un effetto devastante. Le insegnanti ci hanno ringraziato tantissimo: si sentivano dimenticate dal resto del mondo. Insomma i più sfortunati tra gli sfortunati”.

Quelle che Silvia chiama ‘scuole’, in realtà sono delle strutture ‘improvvisate’ dai tetti di lamiera, tenute su da pali di bambù e molte non hanno neanche un pavimento ma si ergono sulla terra brulla, su macerie di strutture venute giù con il terremoto.

C’è solo una classe ‘tradizionale’ – continua Silvia – tutte le altre sono lamiere o tende. Per questo bisogna partire subito con la costruzione di spazi più idonei”.

Il sisma ha danneggiato quasi 8 mila edifici scolastici e in alcune province, come Gorkha, Sindhupalchowk e Nuwakot, ne ha distrutto il 90%.

Ecco perché in mezzo a tanta desolazione e tristezza anche un kit con matite e quaderni può fare la differenza: e questo anche grazie alle vostre donazioni. Ma la strada è ancora tanta, lunga e in salita. I nostri cooperanti sono ancora a Kathmandu, al fianco delle migliaia di bambini, con l’unico scopo di portare loro un po’ di spensieratezza e la leggerezza di un sorriso.

Ma per non farlo spegnere, il tuo aiuto continua ad essere fondamentale. Oggi più di ieri. Perché finita l’emergenza scatta il momento della ricostruzione.  Per questo Ai.Bi. ribadisce il suo appello: effettuare una donazione è possibile chiamare il numero verde 800.224455 oppure visitare la pagina dedicata.