Nepal, avviato il progetto di accoglienza interfamiliare: sostenere famiglie nepalesi che ospitano nella propria casa altre famiglie a cui il terremoto ha tolto tutto

terremoto nepalLa prima ricostruzione da avviare è quella dell’animo. Ridotto in macerie come la maggior parte degli edifici che fino a sabato 25 aprile erano la dimora di una popolazione povera ma laboriosa come quella nepalese. Gente che oggi, a meno di una settimana dal sisma che ha colpito il suo Paese, si trova in gran parte costretta a dormire in strada, senza acqua, cibo, medicinali, coperte. Nel frattempo, è iniziata la stagione delle piogge e la temperatura si è abbassata sensibilmente, rendendo ancora più drammatica la situazione di chi, rimasto senza casa, ha momentaneamente trovato rifugio nelle tende. I dati Unicef parlano di 2 milioni di bambini in stato di emergenza: non tutti hanno perso la casa, ma hanno bisogno di cibo, acqua e medicinali. Ad alcuni di loro attraverso l’accoglienza interfamiliare potrà essere garantire anche un tetto.

Poter contare su una casa vuol dire poter disporre anche di un bagno, di acqua, di riparo, allontanando il rischio di restare vittima delle epidemie che potrebbero scoppiare da un momento all’altro. Evitare quindi che la catastrofe si trasformi subito in una strage senza fine.

A questo scopo, Amici dei Bambini ha lanciato “Un mondo, una famiglia”, l’iniziativa di accoglienza interfamiliare che mira a creare una rete di famiglie nepalesi disponibili ad aprire le porte ad altre famiglie, nuclei mamma-bambino o minori rimasti soli che non hanno più una casa. Non tutto il Nepal, infatti, è distrutto: molti edifici sono rimasti in piedi e la generosità della popolazione locale non manca. Ciò che manca sono le risorse che potrebbero permettere alle famiglie di un Paese povero come quello asiatico di ospitarne altre. Per questo è necessario alimentare, sostenendolo economicamente, il ponte di solidarietà che Ai.Bi. sta creando tra Italia e Nepal, mettendo le famiglie nepalesi nelle condizioni materiali per poter ospitare i loro connazionali più indifesi.

Un primo bellissimo esempio di accoglienza interfamiliare è arrivato dalla capitale Kathmandu. Dove una famiglia ha aperto le porte ai suoi vicini, la cui abitazione è a rischio crollo dopo il terremoto del 25 aprile, e offre l’uso del bagno e la disponibilità di acqua potabile a circa 20 persone. La notte tra il 29 e il 30 aprile è stata la prima trascorsa all’interno dell’edificio, dopo 4 passate in giardino. Da questo angolo di Kathmandu è partita quindi l’accoglienza interfamiliare: una pratica che è assolutamente necessario espandere il più possibile per poter mettere in sicurezza quante più persone possibile, donando loro il calore di una casa e la tranquillità che solo una famiglia può offrire, in una situazione tanto drammatica come quella del post-sisma.

A Kathmandu, infatti, ogni giorno scoppia una nuova emergenza. Da 5 giorni l’immondizia si accumula nelle strade e gli sfollati mangiano e dormono tra rifiuti ed escrementi, che si cerca di dare alle fiamme. Spesso invano, perché le piogge notturne spengono i roghi e rendono l’aria irrespirabile. Nel frattempo, ci sono le macerie da spostare, i feriti da curare, i morti da bruciare e chissà quanti vivi, o dispersi, da ritrovare.

Oltre a non avere più la casa, milioni di nepalesi non hanno più neppure di che sopravvivere. Il sisma ha cancellato villaggi e fattorie, interrotto strade e sentieri, inghiottito coltivazioni nelle frane che ha provocato. Sui pendii delle valli dove sorgeva la foresta, oggi c’è solo fango. Le campagne, strappate ai monti nel corso di secoli, sono state distrutte e ora, senza raccolti, la gente è ridotta alla fame.

L’ecatombe che si è verificata nel Paese asiatico dimostra che la popolazione nepalese non è in grado di affrontare da sola la crisi più grave della sua storia. Per questo è necessario l’intervento di ognuno di noi per aiutare le famiglie che hanno la possibilità di ospitare i loro connazionali.

Ai.Bi. ha istituito uno speciale numero verde per tutti coloro che volessero effettuare donazioni a favore della popolazione colpita dal terremoto e per sostenere l’accoglienza interfamiliare: 800 224455. Per saperne di più, visita la pagina dedicata