Emergenza Minori Nepal. “Un mondo, una famiglia”: come funziona il progetto di accoglienza interfamiliare di Ai.Bi. per salvare centinaia di bambini con l’aiuto delle famiglie italiane?

paani nepal 400 286
Centro Paani, Kathmandu (foto di repertorio)

Primo obiettivo distribuire acqua e medicinali. Secondo step permettere ai sopravvissuti di avere un tetto e piano ritornare alla normalità, in un Paese dove bere un bicchiere d’acqua potabile è un lusso; la corrente elettrica che già prima del terremoto era un servizio precario, adesso è un privilegio riservato solo ad alcuni quartieri della capitale Kathmandu scampati alla devastazione; le strade sono ridotte a cumuli di macerie.

Sono questi i primi interventi che Amici dei Bambini avvierà in Nepal.

Il Centro Paani, l’asilo che l’associazione gestisce nella capitale, non è ancora raggiungibile dal nostro personale presente in loco, ma è ancora in piedi. Dopo le verifiche di staticità, la struttura verrà trasformata nell’immediato in un Punto di prima assistenza per la distribuzione di acqua e medicinali alla popolazione.

La seconda azione sarà creare una rete di famiglie nepalesi, affinché ogni famiglia risparmiata dal terremoto possa aprire la propria casa ad un’ altra. L’ accoglienza interfamiliare, “Un mondo, una famiglia” potrà essere avviata mettendo a frutto la presenza di Ai.Bi. nel Paese, che risale al 2006. La generosità della popolazione locale non manca, ma il Nepal è un Paese poverissimo e occorre mettere nelle condizioni materiali le famiglie nepalesi di poter accogliere. Per questo è fondamentale il ponte di solidarietà tra l’Italia e il Nepal. un piccolo contributo può fare la differenza.

Terza azione prevista da Ai.Bi. nel medio periodo per salvare i bambini sopravvissuti al terremoto è quello di metterli al sicuro in Italia. L’accoglienza per motivi sanitari potrebbe infatti essere estesa non solo ai casi di pericolo di vita imminente, ma anche a quelli legati alle condizioni precarie di vita nel Paese asiatico. La speranza è che gli errori fatti in passato non vengano ripetuti. Sarebbe criminale lasciare che migliaia di bambini muoiano colpiti da malattie infettive. Ad Haiti dopo il terremoto del 2010, il colera uccise 30mila bambini. Questa volta la speranza è che la storia non si ripeta. Non possiamo restare a guardare.