Nepal. Distribuite le prime 30 tende nel villaggio di Madhavpur : circa 300 famiglie dormiranno al riparo da freddo e intemperie

nepal-tendaOltre 300 nepalesi, tra cui mamme e bambini, da oggi avranno un “tetto” sopra la testa. Ai.Bi. (Amici dei bambini) ha consegnato e allestito le prime 30 tende nel villaggio di Madhavpur, un centro montano a 200 km da Katmandu.

A Madhavpur (distretto di Okhaldhunga)  vivono circa  4 mila nepalesi di cui 900 bambini ed è il centro tra i più colpiti dai due terremoti, del 25 aprile e del 12 maggio: scosse che hanno distrutto totalmente circa 50 case e danneggiato gravemente l’ 80%, tra cui anche centri locali di salute e scuole.

“Siamo partiti alle 5 ora locale – racconta Silvia Cappelli, cooperante Ai.Bi. in Nepal – per arrivare dopo quasi 7 ore di viaggio a Manebhanjyang. Solo i primi 50 km di strada sono asfaltati e questo ha reso gli spostamenti molto difficoltosi: sono numerosi, infatti, i punti nei quali le rocce si sono staccate e sono rotolate lungo la ‘carreggiata’, costringendoci continuamente a cambiare tragitto”.

Lungo la strada gli operai sono spesso giovani, poco più che bambini, soprattutto utilizzati per spaccare le pietre. Il resto del percorso è fortemente accidentato e questo spinge varie volte a guadare il fiume.

“Al villaggio di Manebhanjyang ci siamo recati nell’area comune – continua Silvia – un grande giardino sulla cima del villaggio, dove ci sono solo tre tende installate. A fianco, fuori dall’edificio governativo, stavano distribuendo tende e coperte: centinaia di persone erano accorse nella zona ma il Governo è arrivato con sole 20 tende e la gente era piuttosto nervosa”.

“L’accoglienza, non appena ci hanno visto con il nostro camion colmo di tende e viveri – ricorda la cooperante Ai.Bi. – è stata molto calorosa e ci hanno ringraziato moltissimo per aver accolto il loro appello di aiuto”.

Abbiamo portato in tutto 30 tende – precisa – sotto cui almeno 300 persone possono dormire comodamente”.

Da Manebhanjyang Silvia e gli altri operatori Ai.Bi. si sono, poi, messi in cammino verso il villaggio di Madhavpur: il centro copre un’area vastissima sulle montagne e le case sono anche a tre/quattro ore di cammino l’una dall’altra.

“Abbiamo visitato alcune case – racconta Silvia -, la zona centrale è la meno colpita ma si possono comunque vedere grosse crepe in ogni edificio. Tutti dormono a cielo aperto, molti hanno costruito tende con pali di bambu e precari pezzi di plastica”.

Le case sono fatte di pietre e fango, ricoperte da uno strato argilloso, i tetti sono fatti di bambu e felci e foglie intrecciate, alcune case hanno il tetto in lamiera.

“Verso sera abbiamo visitato la scuola elementare locale– aggiunge  –  e constatato che non ci sono danni. Ci hanno raccontato, inoltre, che il centro di salute locale è andato distrutto”

Il secondo giorno i nostri operatori si sono così rimessi in azione e “distribuito altre tende sulla base della gravità dei danni riportati – conclude Silvia -, per poi ripartire a piedi per raggiungere il villaggio di Manebhanjiyang da dove siamo tornati a Katmandu”.

E così, grazie alle tende distribuite da Ai.Bi., le famiglie potranno dormire al sicuro e al riparo da freddo e intemperie. Ma sono proprio le intemperie a preoccupare i nepalesi: sono in arrivo i monsoni e per difendersi da questi non saranno sufficienti le tende.

Per questo Ai.Bi. rinnova il suo appello a favore della gente del Nepal: puoi donare chiamando il numero verde 800224455 e così aiuterai Amici dei Bambini nelle sue attività di sostegno alle famiglie, mamme e bambini di Kathmandu.

Ma c’è anche un altro modo per non lasciare soli i nepalesi: con la campagna di Sostegno a Distanza “Sosteniamo le famiglie del Nepal”, un intervento di sostenibilità la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata nel corso di altre emergenze del passato. Del tutto assimilabile a un normale Sostegno a Distanza comunitario da 25 euro al mese, il progetto punta a supportare l’accoglienza interfamiliare e i centri di accoglienza allestiti nei villaggi. La prima – iniziativa già partita nei primi giorni successivi al terremoto – consiste nell’aiuto economico offerto a quelle famiglie nepalesi, la cui casa non è stata distrutta dal sisma, disponibili a ospitare bambini, mamme o altre famiglie rimaste senza un tetto sulla testa. I secondi saranno invece dei punti di accoglienza pensati coloro che non vogliono allontanarsi dai propri villaggi e dalle proprie case, anche se queste ultime non sono più agibili. In attesa che inizi la ricostruzione, si provvederà ad assicurare assistenza, generi di prima necessità (cibo, acqua, coperte, medicinali) e animazione ludico-ricreativa per i bambini.