Roma: “Bastano 50 cent” “Ma noi vogliamo dare di più! Ecco la riposta degli alunni di via Aretusa”

icaretusaLa solidarietà annulla le distanze. I 6.635 chilometri che separano Roma da Kathmandu diventano niente grazie alla generosità dei bambini di una scuola romana verso le vittime del terremoto che ha sconvolto il Nepal. I piccoli alunni dell’Istituto Comprensivo “Via Aretusa”, alla periferia della Capitale, e i loro genitori sono diventati infatti donatori davvero speciali nell’ambito dell’iniziativa di raccolta fondi lanciata da Amici dei Bambini per la popolazione nepalese e in particolare per sostenere l’accoglienza interfamiliare.

L’idea di aderire al progetto di Ai.Bi. per un intervento immediato a favore delle famiglie del Paese asiatico è venuta alla professoressa Leonarda Ciotto, pedagogista dell’istituto romano. Da sempre impegnata nel mondo del volontariato e attiva nella raccolta fondi per le varie emergenze del mondo, la docente ha pensato di sensibilizzare il consiglio d’istituto e i genitori degli alunni alla terribile situazione umanitaria che vede migliaia di nepalesi senza casa, cibo, acqua, medicinali e, in generale, beni di prima necessità.

L’Istituto Comprensivo di “Via Aretusa” è composto di 3 plessi: scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, tutti coinvolti attivamente nella raccolta fondi a favore della popolazione terremotata. “Con questa iniziativa – spiega la professoressa Ciotto – vogliamo educare i bambini e i ragazzi delle nostre scuole alla vicinanza a chi, nel mondo, ha più bisogno di aiuto. Sappiamo bene che l’azione educativa dei minori parte dalle loro famiglie. Per questo abbiamo voluto coinvolgere attivamente proprio i genitori dei nostri alunni in questa iniziativa”. E la generosità non è mancata affatto. “Ci troviamo in un quartiere della città in cui le condizioni economiche sono molto precarie – racconta la docente –: per questo in qualche caso abbiamo proposto solo una donazione simbolica di 50 centesimi ad alunno. Ebbene, sono stati i ragazzi stessi a insistere per donare di più. Naturalmente la donazione viene effettuata dalle famiglie degli alunni che, davanti a questo tentativo da parte della scuola di educare i loro figli alla solidarietà, si sono mostrati da subito assolutamente collaborativi.

Insomma, la generosità unisce. Non solo due popoli così diversi come quello italiano e quello nepalese, ma anche gli studenti e le famiglie di scuole diverse. “La raccolta fondi per il Nepal – afferma la professoressa Ciotto – ha permesso di cementare l’unità dei nostri 3 plessi e di far qualcosa di buono non come singole scuole, ma finalmente come istituto nel suo complesso”.

Il terremoto del 25 aprile ha tolto tutto a migliaia di famiglie e bambini del Nepal, ma ha permesso loro anche di trovare degli amici speciali: bambini e famiglie come loro che, a più di 6mila chilometri di distanza, non li hanno dimenticati.