Kathmandu. Il telefono squilla: “Qui non è arrivato nessuno. Potete aiutarci?” e gli operatori Ai.Bi. vanno dove gli altri non riescono…

silvia nepal“Squilla il telefono e ci dicono ‘Qui non è arrivato nessuno, potete aiutarci?’ Oppure “Ci sono un sacco di bambini che girano fra le macerie ed edifici pericolanti, potete preparare un’area protetta per farli giocare e stare tranquilli?”.  Più o meno ogni giorno negli uffici di Ai.Bi., Amici dei Bambini, in Nepal si ripete lo stesso “copione”: squilla il telefono e dall’altro capo della cornetta sono i volontari di altre associazioni o gente comune che chiede aiuto. Ai nostri operatori, i nostri angeli cooperanti che non mollano la prima linea “il fronte” e che  ad ogni chiamata, prendono e vanno.  La’ dove c’è bisogno.

Raccolgono tende, acqua e medicinali e arrivano dove gli altri non arrivano “nei campi e zone dove si raggruppano gli sfollati – dice Silvia Cappelli , cooperante Ai.Bi. in Nepal –. Molte volte andiamo anche solo per vedere come cambia la situazione e sostenere il morale delle persone”.

E’ un’attività febbrile “tutto un lavoro di ricerca – continua – per cercare di rispondere ai bisogni che siamo in grado di coprire. La gente si aspetta tanto da noi. I primi giorni abbiamo distribuito acqua, tende, ora è importante progettare”.

E intanto la terra continua a tremare in Nepal. Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 4.9 è stata registrata alle 7:27 di oggi, 15 maggio, ora locale, epicentro del sisma 65 km a ovest della capitale Kathmandu. Ennesima scossa che, unita alle precedenti, fa crescere il bilancio di morti e feriti, arrivando almeno a 9.000 morti e 21.000 feriti.

L’ultima scossa, quella di venerdì, di magnitudo 7.3, ha causato 110 morti. Intanto sono state cancellate per tutto il 2015 le spedizioni sull’Everest. Secondo le autorità locali centinaia di turisti stranieri sono ancora dispersi, probabilmente sepolti sotto la neve. Il Governo, infatti, ha fatto sapere che almeno 42 persone sono state uccise e 1.129 sono rimaste ferite in seguito alla scossa del 7.4 grado di magnitudine che ha colpito nei giorni scorsi la parte orientale del Paese, ad appena due settimane dal devastante terremoto che ha provocato la morte di oltre 8.000 fra adulti e bambini.

Per questo Amici dei Bambini rinnova il suo appello a favore della gente del Nepal con la campagna di Sostegno a Distanza “Sosteniamo le famiglie del Nepal”: un intervento di sostenibilità la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata nel corso di altre emergenze del passato. Del tutto assimilabile a un normale Sostegno a Distanza comunitario da 25 euro al mese, il progetto punta a supportare l’accoglienza interfamiliare e i centri di accoglienza allestiti nei villaggi. La prima – iniziativa già partita nei primi giorni successivi al terremoto – consiste nell’aiuto economico offerto a quelle famiglie nepalesi, la cui casa non è stata distrutta dal sisma, disponibili a ospitare bambini, mamme o altre famiglie rimaste senza un tetto sulla testa. I secondi saranno invece dei punti di accoglienza pensati coloro che non vogliono allontanarsi dai propri villaggi e dalle proprie case, anche se queste ultime non sono più agibili. In attesa che inizi la ricostruzione, si provvederà ad assicurare assistenza, generi di prima necessità (cibo, acqua, coperte, medicinali) e animazione ludico-ricreativa per i bambini.