Nepal. I monsoni affossano un Paese ancora in ginocchio: tra le vittime delle frane anche due bambini

monsoni nepalBastano poche ore di pioggia per vanificare quanto fatto fin’ora nel lungo e faticoso percorso di ritorno alla normalità. Dopo il terremoto del 25 aprile e del 12 maggio che ha sconvolto il Nepal, ora sono i monsoni a mettere nuovamente in ginocchio la popolazione del Paese asiatico che con tanto impegno stava cercando di rialzarsi.

Nei primi giorni di agosto, le piogge torrenziali hanno provocato frane che hanno portato ancora distruzione e morte in diversi distretti nepalesi. La zona più colpita è quella di Kaski, nel nord del Paese, dove interi villaggi sono stati coperti dal fango che si è staccato dalle montagne. E ancora una volta le vittime si contano a decine: 37 i cadaveri recuperati, tra cui anche quelli di due bambini, rispettivamente di 5 anni e 10 mesi, secondo quanto riferito dalla polizia locale.  A scoprire i due corpicini sono stati gli abitanti del posto che li hanno visti galleggiare sull’acqua del lago Fewa e hanno prontamente avvertito le forze dell’ordine. Quasi sicuramente la frana ha trascinato con sé i due piccoli portandoli, quando erano già morti, vicino alle sponde del lago. Nel frattempo si teme per la vita di altri due dispersi la cui sorte al momento è ancora sconosciuta.

Le acque del Fewa sono state infangate dalla frana che vi ha depositato grandi quantità di sostante inquinanti e ne ha innalzato pericolosamente il livello. Anche il fiume Harpankhola, uno dei principali affluenti del lago, gonfio di acqua piovana, ha spazzato  vaste aree di terreno agricolo e ora, in conseguenza delle frane, si trova invaso di sporcizia e detriti.

Il grande lavoro dei nepalesi – che dopo il sisma erano tornati nei campi, avevano piantato il riso e cercato di far ripartire l’economia – rischia ora di essere distrutto dalle conseguenze dei monsoni. La pioggia continua a cadere senza tregua e rende ancora più precarie le improvvisate case di fango erette in tutto il Paese dopo il terremoto.

In una tale situazione è ancora più importante e urgente l’intervento delle Ong internazionali, come Amici dei Bambini, attiva in Nepal per sostenere la popolazione locale e creare spazi protetti per i bambini, dove questi possano sentirsi al sicuro e riprendere uno stile di vita il  più possibile vicino alla normalità. Effettuando una donazione o attivando un Sostegno a Distanza per l’Emergenza Nepal, ognuno di noi può contribuire all’azione di Ai.Bi. in aiuto delle famiglie nepalesi. Fin dall’indomani del terremoto, Ai.Bi. ha trasformato il suo centro Paanj, solitamente dedicato all’animazione e all’educazione dei minori, in un punto di prima assistenza per la distribuzione di beni di prima necessità in grado anche di fornire assistenza psicologica ai più piccoli. Sempre a Kathmandu è stato creato un centro educativo di emergenza con uno spazio per bambini. Mentre nei villaggi di Madhavpur e Chautara sono stati rispettivamente distribuite tende e kit igienici per contrastare la diffusione di malattie. L’obiettivo globale è quello di aiutare le famiglie nepalesi a rialzarsi dopo il terremoto e durante le nuove catastrofi atmosferiche che continuano ad aggravare una situazione già drammatica.

 

Fonti: My Republica, Ekantipur