Il Terremoto in Nepal svela un traffico di bambini verso Israele

utero-in-affittoIl terremoto che ha sconvolto il Nepal ha sollevato un velo su un traffico di bambini, sordido ma legale. Il Paese ai piedi dell’ Everest è da tempo meta preferita di coppie che affittano l’utero di donne straniere per avere figli. Il fenomeno riguarda in particolare coppie israeliane. Il Ministro degli Esteri israeliano ha spiegato che al momento del terremoto a Kathmandu c’erano 26 bambini nati da donne che hanno portato avanti una gravidanza per conto di israeliani, che sono andati a recuperarli in Nepal per poi essere evacuati in modo prioritario dal Paese asiatico.

Dei 26 bambini coinvolti, 15 sono nati su incarico dell’impresa israeliana Tammuz. La maggior parte dei suoi clienti è costituita da coppie di uomini omosessuali, ha spiegato il responsabile commerciale, Roy Youldous. La legge israeliana stabilisce che nel proprio territorio solo le coppie eterosessuali hanno il diritto di adottare bambini nati da uteri in affitto.

Gli omosessuali eludono la legge ricorrendo alla maternità surrogata in Paesi in via di sviluppo, ha aggiunto Youldous. In Israele, il prezzo e le procedure scoraggiano anche le coppie eterosessuali, per cui il Nepal sembra essere una delle destinazioni privilegiate.

L’azienda Tammuz ha fatto sapere che sarebbero 80 le donne, tutte indiane, che in Nepal aspettano un bambino per conto di ‘clienti’ israeliani. Precisando il pieno rispetto della legge locale: nessuna madre portatrice sarebbe nepalese. La stessa fonte informa che le gestanti non sarebbero seguite da un’ assistente sociale.

Stando a chi fa incassi da capogiro grazie al business dell’utero in affitto,  queste madri surrogate sarebbero  donne libere: insomma nessuno sfruttamento su scala mondiale della miseria di alcuni per il piacere di altri. Resta il fatto che il fenomeno riguarda molte centinaia di donne, mancano statistiche sulla sua reale portata e soprattutto manca in Nepal una legislazione chiara. Recentemente il governo di Kathmandu si era pronunciato a favore di una regolamentazione della materia, sulla falsariga della vicina India, unica nazione a consentire a stranieri di beneficiare della disponibilità delle sue donne, spesso costrette da povertà o necessità familiari straordinarie.

In Nepal il mercato dell’utero in affitto è stato facilitato dall’arrivo di imprenditori della fecondazione assistita provenienti dalla Thailandia, dove la pratica è stata bandita dal governo militare, anche se non cancellata. Le donne locali guadagnano circa 7.000 dollari, equivalenti a anni di reddito nelle campagne indiane.

Difficile dire quante donne siano in attesa di figli per procura di coppie israeliane o anche di altri Paesi occidentali. Intanto di fronte all’emergenza del post-terremoto il procuratore generaleYehuda Weinstein ha applicato una deroga che permetterà di fare espatriare in Israele le madri surrogate in modo che possano partorire in sicurezza. Mediamente, ogni anno, in Israele vengono registrati 270 bambini nati da madri surrogate, di queste un centinaio provengono dal Nepal.

 fonte: Avvenire/ Aleteia