Nepal. Bambine vendute come ballerine in India: è emergenza tratta minori

donna nepalese2A fine maggio il Ministero della Previdenza sociale per le donne e i bambini di Kathmandu, aveva diramato una circolare con cui proibiva ai ragazzi al di sotto dei 16 anni di viaggiare al di fuori del loro distretto di residenza senza un genitore o un adulto autorizzato da un apposito ufficio distrettuale. Questo per contrastare le “compravendite” dei bambini in Nepal. In un Paese, infatti, non nuovo al traffico di esseri umani, era molto forte la paura che questo mercato spregevole potesse ulteriormente alimentarsi, dopo i terremoti del 25 aprile e del 12 maggio. E purtroppo la cronaca ne dimostra la fondatezza.

E’ di qualche giorno fa, infatti, la notizia di bambine, età media 6/8 anni, e ragazze (sette in tutto) vittime dirette del terremoto e vendute per fare le ballerine in India. Le ragazze stavano vivendo nelle tende perché le loro case sono state rase al suolo, e il padre di una di loro è deceduto.

Le ragazze sono state bloccate al confine nel distretto di Kanchanpur mentre degli uomini, a cui erano state “affidate” le stavano trafficando verso la città di Patiala nello stato indiano del Punjab per lavorare come ballerine.

I due indiani che stavano orchestrando l’operazione sono riusciti a fuggire con due ragazze. Le cinque rimanenti, residenti nella capitale, sono state riportate a Kathmandu per ulteriori indagini. Fra di loro due sorelle hanno già lavorato come ballerine a Patiala e stavano tornando con altre ragazze cosi’ come richiesto dai due uomini.

“Eravamo pagate 600 rupie nepalesi (*circa 5 euro) al giorno – racconta una di loro – per ballare nei matrimoni del Punjab. La domanda per ballerine nepalesi è molto alta per queste occasioni e quasi tutte le ragazze che fanno questo lavoro sono nepalesi o di origine nepalese”.  Secondo quanto raccontano, vivevano in una casa con altre 26 ballerine, alcune di appena 12 anni.

Le ragazze hanno detto di essere anche minacciate di torture in caso di rifiuto. E, per loro stessa ammissione, proprio il terremoto è stato uno dei fattori dietro alla loro scelta di andare in India.

E questo si aggiunge alle decine di bambini (tra i dieci e i 12 anni) trovati a fine maggio dalle autorità nepalesi, che viaggiavano da Dolakha a Kathmandu senza i documenti richiesti con sconosciuti in circostanze sospette.

Un allarme, dunque fondato considerato che secondo gli attivisti per i diritti dei minori, ogni anno migliaia di bambini e di giovani donne nepalesi sono vittime di tratta in India e, con la situazione di estrema fragilità familiare e sociale venutasi a creare con il terremoto molti potrebbero cadere vittime dei trafficanti con la promessa di ottenere un’educazione ed un futuro migliore altrove.

“Per questo i centri educativi temporanei come quelli di Ai.Bi. sono tanto importanti  –  dice Silvia Cappelli, cooperante di Amici dei Bambini in Nepal – per permettere ai bambini di dedicarsi al gioco in modo spensierato: spazi sicuri e al ‘riparo’ da persone male intenzionati”.

I centri educativi temporanei sono anche un sollievo per i genitori, “che in questo modo possono dedicarsi alla ricerca di cibo, ai sopralluoghi per la verifica dello stato di agibilità della casa, mentre i bambini sono al sicuro, affidati a qualcuno di fiducia”.

Per questo Ai.Bi. rinnova il suo appello a favore della gente del Nepal: puoi donare chiamando il numero verde 800224455 e così aiuterai Amici dei Bambini nelle sue attività di sostegno alle famiglie, mamme e bambini di Kathmandu.

Fonte: http://www.ekantipur.com/2015/06/10/capital/nepali-girls-trafficked-to-punjab-post-quake/406362.html