Nepal, il sistema scolastico che non c’è più: il terremoto ha raso al suolo più di 30mila classi

scuola nepalL’immagine di Topolino e di un fiore dipinti sulle pareti sono solo un lontano ricordo per gli alunni della Raj Kaleshwor School, nel distretto di Dolakha, uno dei più colpiti dal terremoto che ha sconvolto il Nepal. Ora quelle pareti sono in frantumi e la scala in legno che portava al secondo piano – completamente distrutto dal sisma – penzola pericolosamente. Banchi e sedie sono rimasti schiacciati nel crollo del soffitto. L’unica struttura rimasta in piedi in una scuola da 250 studenti è il cancello esterno.

“Le scuole del nord di Dolakha sono le più danneggiate – dice l’assistente del responsabile amministrativo distrettuale dell’educazione –. Sono stati costruiti dei centri scolastici temporanei, ma sono vulnerabili a causa delle frane. Ora stiamo cercando di rendere le classi temporanee più solide”.

Tutte le 363 scuole e le 1.200 classi nel distretto di Dolakha sono state rase al suolo dal terremoto del 25 aprile e del 12 maggio. Molti studenti sarebbero morti se il sisma fosse avvenuto durante un giorno feriale o se le lezioni fossero riprese prima della seconda grande scossa. In tutti i 15 distretti più colpiti, sono 30.145 le classi andate completamente distrutte. Le vittime si contano a centinaia: 618 studenti e 45 insegnanti, mentre si stima che un altro milione e mezzo di ragazzi sia considerato vulnerabile.

Dalla riapertura delle lezioni, avvenuta a inizio giugno, infatti, si portano avanti soprattutto attività extracurriculari, con lo scopo di fornire supporto psicologico ai bambini che hanno subito i maggiori traumi in seguito al terremoto. Molti insegnanti hanno ricevuto indicazioni su come permettere agli studenti di superare le proprie paure.

“Alcuni ragazzi che hanno perso i familiari – ricorda un’insegnante – nei primi giorni non riuscivano neppure a parlare. “La mia materia preferita è la matematica – racconta una delle ragazzine che frequentano la scuola temporanea allestita a Dolakha -, ma in questo periodo, ogni volta che cerco di studiare e di concentrarmi, temo che arrivi un altro terremoto. La paura di nuove forti scosse di assestamento è diffusa in tutta la popolazione, soprattutto nei più giovani. I genitori, invece, sembrano parzialmente rassicurati dal fatto che le lezioni si tengano all’aperto. “E’ molto più sicuro stare qui che a casa mia”, ammette un custode scolastico da poco rientrato in servizio.

Per il momento la partecipazione scolastica a livello nazionale è limitata al 60%, anche perché in alcune regioni gli edifici rimasti in piedi sono stati convertiti in rifiuti per le famiglie in fuga. L’Adarsha Kanya School, nella valle di Kathmandu, ha ospitato più di 500 persone per un mese dopo il terremoto. La speranza è che, con la diminuzione delle scosse di assestamento, molte famiglie decidano di tornare nelle rispettive zone di origine, permettendo così a un maggior numero di studenti di riprendere a frequentare la scuola.

Il sostegno scolastico è uno degli ambiti nei quali si esercita l’intervento di Amici dei Bambini a favore della popolazione nepalese. Già all’indomani del terremoto del 25 aprile, Ai.Bi. ha attivato una campagna di Sostegno a Distanza con l’obiettivo di sostenere l’accoglienza interfamiliare e l’assistenza educativa, ludica, abitativa, alimentare e sanitaria per i bambini e le famiglie che hanno perso tutto. Non abbandonare i piccoli nepalesi nel frattempo che il sistema scolastico del loro Paese si rimetta in sesto è una missione per la quale è necessario il contributo di tutti.

 

Fonte: Nepalitimes