Nepal. Gli angeli di Ai.Bi. volano a Choutara con un elicottero stracolmo di kit igienici mensili

silvia-elicotteroAi.Bi. non molla e soprattutto mantiene le promesse. Non abbandona la popolazione nepalese, intercetta i bisogni dei più fragili, mamme e bambini in prima linea,  e si attiva subito per il loro soddisfacimento. Ed ecco che, dopo la distribuzione e l’allestimento di 30 tende nel villaggio di Madhavpur (un centro montano a 200 km da Katmandu) oggi e domani (28 e 29 maggio) i nostri operatori di Amici dei Bambini, Silvia Cappelli, Tulasa e Fulvia Clerici, sono volate a Chautara, distretto di Sindhupalchok. La loro missione: distribuire kit igienici mensili a tutte le 50 famiglie del villaggio.

Ogni kit contiene dentifricio, spazzolini, sapone, asciugamani, antisettico e assorbenti e soddisfa le necessità di 5 persone per un mese. Perché non  dimentichiamolo, la gente del Nepal, dopo i terribili terremoti del 25 aprile e del 12 maggio, ha perso tutto: casa, effetti personali; non hanno la possibilità di usufruire di servizi igienici, non  hanno acqua diretta ne’ le cose più semplici come appunto un pezzo di sapone o un antisettico. Fondamentali per cercare in qualche modo di contrastare la diffusione di infezioni e malattie legate ad una scarsa igiene come nel caso più grave le epidemie.

Ed ecco che i nostri angeli di Kathmandu, Silvia, Tulasa e Fulvia, hanno riempito la “stiva” dell’elicottero con i kit igienici, indossato le cuffie alle orecchie, legato le cinture di protezione e con il sorriso, specchio della determinazione e fede nella missione a cui sono chiamate, sono partite alla volta delle famiglie di  Chautara, dove le aspetta uno spettacolo desolante.Il distretto di Sindhupalchok è stato, infatti,  uno dei villaggi più colpiti dal terremoto: l’80% delle case è andato distrutto, come il 70% delle scuole e migliaia di bambini hanno perso sia la casa che la possibilità di ricevere un’istruzione.

Almeno noi non possiamo dimenticarci di loro – dice Silvia raggiunta al telefono prima di ‘imbarcarsi’ – In Italia sta calando il silenzio sul dramma che sta vivendo il Nepal: ma noi siamo ancora qui, al loro fianco e ci staremo finché non torneranno ad una ‘normalità’”.

La presenza di Ai.Bi., quindi, sul posto diventa cruciale soprattutto se si considera che, secondo fonti ufficiose, ad oggi sarebbe stato raccolto a livello globale solo il 21% dei fondi che servirebbero per ricostruire e far ripartire il Paese. Bisogna però tenere presente che il terremoto ha colpito anche il centro economico e politico del Paese, causando una momentanea paralisi della macchina governativa in una nazione di 28 milioni di persone che si posiziona al 145 posto nel mondo nella classifica sullo sviluppo umano di UNDP (2014).

È presto per dire se in Nepal si stia facendo tutto il possibile per garantire un’efficace e spedita azione di aiuto e poi di ricostruzione, ma di sicuro Ai.Bi. dal canto suo non molla la presa, non fa calare il silenzio e continua a stare al fianco di questa gente che ha perso tutto: distribuendo tende, kit igienici e realizzando spazi protetti per i bambini dove oltre a ore di gioco e svago gli si garantisce anche un supporto psicologico ad hoc per chi ha subito traumi.

Non a caso le Nazione Unite ed il governo locale hanno subito riconosciuto l’importanza di affidarsi a chi da prima del terremoto, come Ai.Bi, lavorava già sul terreno per effettuare prima l’analisi dei danni e poi la distribuzione degli aiuti.

Nei villaggi che si stanno raggiungendo in questi giorni la popolazione è esasperata – continua Silvia -, da giorni senza cibo e da notti all’addiaccio, solo tramite la collaborazione delle organizzazioni locali, gli aiuti che stanno affluendo, possono raggiungere chi ha bisogno senza pericoli di sicurezza per gli operatori umanitari e con la garanzia che le distribuzioni vengano effettuate con criteri di equità. Tra i fattori che acuiscono le difficoltà, il fatto che la stagione dei monsoni si sta avvicinando: le strade potrebbero divenire ancor più impraticabili. Per cui si sta cercando di fare in fretta, e non sempre si riesce a “fare bene”.

Il Nepal non può e non deve essere abbandonato, possiamo fare in modo che riparta. Ognuno di noi. Ogni piccolo aiuto può fare la differenza, Per questo Ai.Bi. rinnova il suo appello a favore della gente del Nepal: puoi donare chiamando il numero verde 800224455 e così aiuterai Amici dei Bambini nelle sue attività di sostegno alle famiglie, mamme e bambini di Kathmandu.

Ma c’è anche un altro modo per non lasciare soli i nepalesi: con la campagna di Sostegno a Distanza “Sosteniamo le famiglie del Nepal”, un intervento di sostenibilità la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata nel corso di altre emergenze del passato. Del tutto assimilabile a un normale Sostegno a Distanza comunitario da 25 euro al mese, il progetto punta a supportare l’accoglienza interfamiliare e i centri di accoglienza allestiti nei villaggi. La prima – iniziativa già partita nei primi giorni successivi al terremoto – consiste nell’aiuto economico offerto a quelle famiglie nepalesi, la cui casa non è stata distrutta dal sisma, disponibili a ospitare bambini, mamme o altre famiglie rimaste senza un tetto sulla testa. I secondi saranno invece dei punti di accoglienza pensati coloro che non vogliono allontanarsi dai propri villaggi e dalle proprie case, anche se queste ultime non sono più agibili. In attesa che inizi la ricostruzione, si provvederà ad assicurare assistenza, generi di prima necessità (cibo, acqua, coperte, medicinali) e animazione ludico-ricreativa per i bambini.