Roma. Dal Quarticciolo a Kathmandu: quando la generosità dei più piccoli va oltre ogni degrado

pirotta“Venuta una povera vedova, gettò [nel tesoro del tempio] due spiccioli. Allora chiamati a sé i discepoli, [Gesù] disse loro: ‘In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva”. È un episodio senza tempo quello che racconta l’evangelista Marco (Mc 12, 42-44). Lo dimostra l’iniziativa realizzata in queste settimane dall’Istituto Comprensivo “Pirotta” di Roma, quartiere Quarticciolo, che comprende una scuola per l’infanzia, una primaria e una secondaria di primo grado. La dirigente e i docenti dei 3 plessi hanno lanciato l’idea di una raccolta fondi tra i ragazzi e le loro famiglie a favore della popolazione del Nepal, stravolta dal terremoto del 25 aprile e dalle successive forti scosse che hanno devastato gran parte del Paese. Fondi devoluti ad Amici dei Bambini che si occuperà di destinarli a sostenere l’accoglienza interfamiliare e l’assistenza alle famiglie nepalesi rimaste senza casa.

L’entusiasmo con cui gli alunni del “Pirotta” hanno aderito all’iniziativa ha valore doppio. Oltre al gesto di solidarietà in sé, è da tenere presente che il contesto sociale da cui provengono è di estremo degrado – spiega la professoressa Lea Ciotto –: il quartiere in cui si trova l’istituto è molto povero e la scuola è l’unica agenzia educativa. Per strada i ragazzi rischiano di diventare delinquenti e soltanto nelle nostre classi si sentono veramente accolti”. “Organizzare una raccolta fondi per una popolazione come quella nepalese, tanto colpita da una tragedia così grande – racconta ancora la docente –, è stato un modo per indurre gli studenti a uscire dal loro mondo, a guardare i bisogni degli altri”.

E i ragazzi, proprio come la vedova nel tempio, hanno deciso di compiere un sacrificio notevole, addirittura superiore alle loro reali possibilità. “Avevamo chiesto loro solo una donazione simbolica – racconta la professoressa Ciotto –, ma loro hanno voluto offrire di più.

Ecco quindi il vero potere educativo della scuola. Una generazione abituata ad assistere spesso a scene di violenza in televisione o nel proprio contesto sociale può essere sensibilizzata solo da messaggi di altrettanta forza. E la tragedia del Nepal è uno di questi. “Ho parlato loro delle migliaia di persone rimaste senza casa e del rischio che molte di loro muoiano per ipotermia – ricorda la docente intervistata –. Così anche quei ragazzi che non avevano saputo del sisma dalla tv, perché spesso nei loro contesti familiari non si è soliti seguire dei notiziari, hanno potuto conoscere quanto accaduto alla popolazione di quel Paese devastato”.

Grazie anche al contributo dei piccoli studenti e delle famiglie dell’istituto romano, Ai.Bi. continua a portare avanti la raccolta fondi per l’emergenza terremoto in Nepal. In particolare, è possibile attivare un Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie nepalesi disposte ad accogliere in casa propria le altre famiglie che hanno perso la casa e per garantire assistenza abitativa, sanitaria, alimentare ed educativa alle mamme e ai bambini rimasti senza casa. Per effettuare una donazione è possibile chiamare il numero verde 800.224455 oppure visitare la pagina dedicata.