Interni ridipinti dal personale di Leroy Merlin: la casa di accoglienza di Messina è pronta, mancano solo i minori.

2camera200Sulla scia dell’entusiasmo suscitato qualche tempo fa dall’iniziativa “Volontari per un Giorno” (grazie al quale fu possibile risistemare la Casa famiglia di Ai.Bi. a Cesano Boscone), Leroy Merlin si è mobilitata nuovamente per sostenere il progetto “Bambini in Alto Mare”, attivando il personale del punto vendita di Catania per rifinire gli interni del nuovo centro di accoglienza di Ai.Bi.. Per rendere gli ambienti ancora più funzionali e dignitosi, e soprattutto a misura di bambino.

I muri sono stati scrostati e ridipinti di arancione; sono state installate delle porte a soffietto per suddividere i locali; alle finestre sono state appese le tende ed è stato completato l’arredo bagno. Ora c’è aria di nuovo, di pulito, di accoglienza. C’è aria di casa.

L’esatto contrario del centro di prima accoglienza di Lampedusa, dove si respira squallore, miseria, tristezza.

Nel profondo, radicale contrasto fra le due strutture, si sostanzia l’ingiustizia, lo scandalo di un governo colpevolmente inerte di fronte alla sofferenza di tanti uomini, donne e bambini, trattati come animali. Doppiamente colpevole, se si considera che le alternative al disagio, alla trascuratezza e all’abbandono esistono e sono concrete.

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Da una parte uno spazio sovraffollato, al collasso, dove gli immigrati vivono in condizioni disumane. Dall’altro una casa di
accoglienza appena inaugurata, rimessa a nuovo, con tanto di vista sul mare
. Vuota.

Ai.Bi., dunque, una soluzione concreta e reale da offrire ce l’ha, anche grazie al contributo dei sostenitori che hanno effettuato donazioni nelle settimane scorse: i colori della gioia e della vita, contro il grigiore piatto delle pareti del centro di Lampedusa; letti con lenzuola pulite, contro materassini putridi e coperte di carta; pulizia e igiene, contro il dilagare di pulci e pidocchi. E poi un cortile dove far giocare i bambini, una mensa dove servire una pietanza calda, degna di questo nome.

Il centro – è stato detto e scritto più volte, da ultimo nell’appello alla Presidente della Camera, Laura Boldrini – c’è. Le coppie e gli operatori pronti ad accogliere i minori, pure. Mancano solo loro, i diretti interessati. E lo stato, che non risponde “presente” all’appello.

Davvero, c’è ancora bisogno di ragionarci sopra?