Un inverno senza più il camino: ecco dove sono in vigore multe e divieti per camini e stufe

Di fronte al caro energia diverse famiglie valutano l’utilizzo di sistemi di riscaldamento con camini e stufe a biomassa e pellet. Ma in diversi territori, specie al nord, bisogna fare attenzione a divieti e limitazioni. Si rischiano fino a 5mila euro di multe

I rincari dei prezzi dell’energia sono una delle principali preoccupazioni delle famiglie italiane in vista di questo inverno, periodo dell’anno nel quale i riscaldamenti costringono a un maggiore consumo di gas. Per questo, pensando a possibili alternative per contenere le spese, in tanti hanno pensato di fare un ritorno al passato, prendendo in considerazione l’utilizzo dei camini o delle stufe a legna o a pellet.

I divieti di diverse regioni per l’uso e l’installazione di camino e stufa

Le cose, però, non sono così semplici, perché in molti territori italiani sono in vigore delle regole che, per contrastare l’inquinamento atmosferico, vietano l’utilizzo di impianti di riscaldamento basati sulla combustione di biomassa con potenza al focolare fino a 10kW.
Non rispettare la norma può comportare il pagamento di multe piuttosto salate, che in Lombardia, la regione che applica le restrizioni maggiori, possono arrivare fino a 5000 euro.
Oltre alla Lombardia, le altre regioni nelle quali è in vigore il divieto sono Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, ciascuna, però, con delle diverse specifiche.
In Lombardia il divieto riguarda l’utilizzo di generatori di calore domestici con 0, 1 o 2 stelle e l’installazione di sistemi alimentati a biomassa che abbiano delle emissioni superiori a quelle consentito o che comunque abbiano meno di 4 stelle. Dal 2018, inoltre, per le stufe a pellet con potenza inferiore ai 35 kW, è obbligatorio utilizzare pellet di classe A1. Fa eccezione la provincia di Brescia, in cui fino al 15 ottobre 2024 è consentito l’uso di impianti di riscaldamento domestici a legna o pellet sotto i 10Kw di potenza, anche nei comuni al di sotto dei 300 metri di altitudine.
Abbastanza simile la normativa della Regione Veneto, dove è vietato l’utilizzo di generatori di classe inferiore alle 3 stelle e l’installazione di generatori di calore inferiori a 4 stelle.
In Piemonte il divieto riguarda l’installazione di generatori di calore alimentati a biomassa legnosa aventi una potenza nominale inferiore a 35 kW e classe di prestazione emissiva inferiore a 4 stelle e l’utilizzo di generatori di calore alimentati a biomassa legnosa con potenza nominale inferiore a 35 kW e classe di prestazione emissiva inferiore a 3 stelle nei Comuni appartenenti alle zone “Agglomerato di Torino”, “Pianura” e “Collina”.
Un po’ più permissiva la legislazione della Regione Emilia Romagna, dove il divieto di utilizzo riguarda camini e stufe per il riscaldamento domestico per gli impianti a 1 o 2 stelle ma solo negli immobili in cui sia presente un sistema alternativo di riscaldamento; nei Comuni al di sotto dei 300 metri di altitudine; nei Comuni oggetto di infrazione per la qualità dell’aria.

I bonus per chi installa nuovi sistemi che rispettano le normative

Discorso completamente diverso, naturalmente, per chi sta pensando di installare oggi un sistema di riscaldamento che sfrutti un camino o una stufa a pellet. In questo caso, anzi, rispettando le normative, le spese per i lavori possono godere di una detrazione del 50% in 10 rate annuali (fino a un massimo di spesa di 96mila euro), a patto che i lavori rientrino in un più ampio progetto di ristrutturazione volta al risparmio energetico; oppure la detrazione del 65% garantita dall’Ecobonus per interventi di riqualificazione energetica di immobili già esistenti (non vale, quindi, per nuove costruzioni), per una spesa massima di 30.000 euro.