Israele, sentenza senza precedenti: aperta l’adozione ai gay

(Tel Aviv) Sentenza senza precedenti: il Tribunale per la Famiglia ha permesso a due uomini adulti – Kama ed Even dal 2004 uniti civilmente dopo matrimonio contratto in Canada – di adottare ufficialmente un giovane che vive con loro dal 1995. E’ la prima volta che lo si permette ad una coppia formata da due uomini; per le donne si ribadisce semplicemente un principio già sancito dalla Corte qualche anno fa.

A febbraio del 2006, infatti, la Corte israeliana aveva riconosciuto il diritto ad una coppia di donne di adottare i tre bambini nati dalla precedente unione. La cosiddetta “stepchild-adoption”, ovvero l’adozione del figliastro, è da quel giorno diventata la corsia preferenziale femminile per l’adozione anche in Germania, Norvegia, Danimarca.

Da oggi quindi in Israele, ed è questa la portata rivoluzionaria della sentenza, le adozioni per le coppie omosessuali ed eterosessuali saranno trattate nello stesso modo. Realtà simile a quella di altri paesi (Olanda, Francia, Spagna, Belgio, Gran Bretagna, Danimarca e Svezia).

“Equiparare le coppie eterosessuali a quelle dello stesso sesso sostenendo che una coppia è una coppia e corrisponde esattamente all’idea di mamma e papà è rischioso. – ha dichiarato il presidente di Ai.Bi. Marco Griffini riferendosi alla motivazione della sentenza  –  Mi chiedo se la Corte realmente tutelerà il diritto del bambino abbandonato a crescere con una mamma e un papà. Infatti se è vero che ogni persona può decidere liberamente il compagno con cui vivere secondo i propri orientamenti sessuali, è altrettanto vero che questa scelta non può ricadere su un minore abbandonato, che ha già vissuto sulla sua pelle il trauma dell’abbandono. La vera discriminazione, vista dalla parte del bambino, è quella di costringerlo a vivere in un contesto di relazione “diverso”, e comunque non idoneo ad una crescita armoniosa”

In più di un’occasione Ai.Bi. ha espresso la propria opinione sul tema: essere genitori non è un diritto né degli eterosessuali né degli omosessuali, essere figlio è invece un diritto di ogni essere umano. Sul tema l’associazione aveva pubblicato nel 2006 il libro “Voglio una mamma e un papà” (edizioni Ancora – Amici dei Bambini) in cui le autrici, Giovanna Lobbia e Lisa Trasforini, spiegavano i motivi per cui un bambino abbandonato, che ha già subito il trauma dell’abbandono e del rifiuto,  avesse bisogno di una figura materna e paterna

“Il “dire no” all’adozione per le coppie omosessuali – conclude Griffini – non intende ovviamente escludere la capacità di cura e sensibilità ai bisogni del bambino da parte di un omosessuale, piuttosto si fonda su considerazioni legate al corretto sviluppo della personalità del bambino”