Italia. Cos’è il percorso di autonomia per una mamma con bambino? La storia di Amina

Amina è una donna con un passato difficile, grazie all’aiuto di Ai.Bi., con il progetto di Adozione a Distanza “Fame di Mamma” è riuscita a darsi una seconda possibilità e a donare un futuro alla sua piccola Fatima

Amina è una donna marocchina che ha una figlia di un anno e mezzo, Fatima. L’abbiamo conosciuta tre anni fa in Family House (la struttura di accoglienza per le mamme in difficoltà e i loro bambini) e l’abbiamo accompagnata durante il suo cammino.

Amina era una mamma molto fragile, spaesata, amava la sua bambina ma non riusciva a inserirsi nei contesti comunitari: era, infatti, già stata espulsa da un’altra comunità per comportamenti pericolosi nei confronti degli altri ospiti.

L’arrivo in Casa Caterina era la sua ultima possibilità, il servizio sociale le voleva dare un’ultima opportunità per dimostrare di essere una mamma in grado diaccompagnare la piccola Fatima nella sua crescita.

Amina doveva inserirsi bene nella comunità, aveva una grande motivazione: dimostrare di essere una mamma non solo amorevole, ma anche protettiva nei confronti di sua figlia. Al suo arrivo ha espresso subito il desiderio di trovarsi benenel nuovo contesto e voleva farsi conoscere come donna “promotrice di pace e armonia”, che è il significato del suo nome “Amina”.

La storia di Amina

La sua storia e la difficoltà linguistica non le hanno però permesso di farcela senza sforzi: Amina è nata in nord Africa, ha perso presto la sua mamma ed è cresciuta con sua nonna. Non ha mai potuto studiare, era analfabeta e il suo primo marito si èsuicidato a seguito di una forte depressione. In questo contesto di forte dolore edifficoltà, Amina ha deciso di trasferirsi in Italia da sua sorella, sperando diriconquistare un po’ di serenità e felicità. Purtroppo, però, ha fatto molta difficoltà a integrarsi, non vedeva sua sorella da 12 anni ed erano diventate quasi sconosciute. Inoltre, era entrata in un brutto giro di droghe e questo non aveva aiutato a risanare il loro rapporto. La sua solitudine e il suo isolamento linguistico la portavano inconflitto continuo con le operatrici e con le altre ospiti delle strutture, tanto da farle avere comportamenti aggressivi e violenti.

Il percorso di rinascita

Nonostante questa difficile situazione, il personale ha attivato prima un percorso con l’ausilio di una mediatrice linguistica per facilitare la relazione con il personale educativo e poi le è stato permesso di iniziare un percorso di scolarizzazioneelementare in italiano.

Amina ce l’ha messa tutta, la sua piccola Fatima le ha dato la forza e la ragione per insistere quando pensava di non farcela. Ha imparato a fidarsi e ad affidarsi alle educatrici, ha trovato aiuti pratici e il suo percorso in comunità le ha permesso anche di superare il blocco nell’apprendimento.

Vederla rifiorire è stato bellissimo, è riuscita a conquistare anche il diploma di terza media, che l’ha resa molto orgogliosa. Questi progressi hanno aumentato la suaautostima, l’hanno fatta sentire forte e in grado di essere autonoma con sua figlia.

Anche il servizio sociale è stato fiero del suo percorso, tanto da proporle di trasferirsi in un alloggio in semi-autonomia. Un luogo dove le educatrici passavano solo in alcuni momenti della giornata, ma garantivano una reperibilità quotidiana in caso di difficoltà o imprevisti.

Il raggiungimento dell’autonomia

Amina, così, ha imparato a gestire in autonomia tutti gli aspetti della quotidianità della piccola Fatima: dall’accompagnamento a scuola, alle gite al mare, alle uscite al parco con le amichette, non facendosi mancare un corso di nuoto. L’educatrice l’ha anche aiutata a cercare un lavoro conciliabile con il suo ruolo di mamma single, e si è sentita sempre più competente e capace.

Piano piano è riuscita anche a riavvicinarsi a sua sorella, che è stata felice di poterla riabbracciare, e ha avuto la possibilità di ripercorrere la sua storia di vita ecomprendere le emozioni che la portavano ad assumere determinati atteggiamenti sbagliati.

Amina è cresciuta come donna e come mamma. La piccola Fatima ha avuto l’opportunità di crescere, socializzare e giocare con gli altri bambini.

A seguito di questo percorso, Amina e Fatima sono passate dall’essere tenute per mano dalle educatrici, all’essere guardate alla giusta distanza mentre camminano mano nella mano.

Qualche mese fa abbiamo organizzato una grande festa per festeggiare il raggiungimento della loro completa autonomia: tra pochi giorni andranno a vivere in una casetta tutta loro vicina a quella della zia.

Le porteremo per sempre nel cuore e continueremo a pregare per loro perché la pace e l’armonia raggiunta continui a illuminare il loro cammino.

 

Il progetto che ha permesso ad Ai.Bi. di accogliere Amina e sua figlia Fatima è possibile anche grazie ai contributi che arrivano tramite la campagna Fame di Mamma, il progetto pensato per prendersi cura di tutte le mamme vulnerabili e dei loro piccoli.

Un’Adozione a Distanza in Italia

Sostieni anche tu le attività del progetto Fame di Mamma, che Ai.Bi. porta avanti in Italia, a sostegno delle strutture che ospitano: i minori in comunità familiari, i bambini con le loro madri nelle comunità mamma- bambino e negli alloggi per l’autonomia e gli adolescenti in necessità. Puoi farlo con un contributo di appena 10 euro al mese, aderendo al progetto “Adotta a distanza un famiglia in Italia”. Scopri come fare QUI.
E ricorda: le Adozioni a Distanza di Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali