Italia. Fame di Mamma. Qui si “rifà” una famiglia: lo spazio neutro Beniamino

L’obiettivo degli incontri in spazio neutro è il recupero della relazione tra genitore e bambino. I genitori sono accompagnati nel ritrovare, o trovare, la capacità di accogliere i figli

Maria è una bambina di 7 anni che il “giudice dei piccoli” ha affidato ad una famiglia affidataria.

La sua mamma e il suo papà hanno bisogno di un po’ di tempo per frequentare “la scuola dei genitori” per imparare a risolvere i problemi senza litigare troppo. Maria incontra ogni 15 giorni la sua mamma e il suo papà per giocare due ore insieme nello spazio neutro.
Maria ha conosciuto l’educatrice Mirella che, oltre ad essere molto gentile, è disponibile sia con lei che con papà Lucio e mamma Elena a trovare cose da fare quando cala il silenzio fra loro.
L’educatrice, oltre a inventare giochi bellissimi, ha anche spiegato a mamma e papà che Maria non mente quando racconta che a casa è bravissima a cucinare e che ha preparato da sola una torta con la panna e le fragole. Inoltre, ha spiegato loro che uno dei desideri di Maria più grande è essere ascoltata dalla mamma e dal papà quando racconta loro le sue cose. Maria ha confidato a Mirella che le piacerebbe tanto che anche la mamma e il papà le chiedessero come è andata a scuola, che giochi le piacciono, come si chiamano le sue amiche… invece di continuare a litigare per decidere da chi di loro due ha imparato a dire le bugie.

Mirella ha proposto alla mamma e il papà di fare delle cose con Maria, e così a volte hanno giocato con la cucina giocattolo, altre volte con le marionette e con le costruzioni.

Maria si è meravigliata quando mamma e papà le hanno detto che aveva apparecchiato con cura per il the (finto) che aveva preparato per loro. Maria gioiva vedendo il papà bere il the dalla tazzina.
Si è stupita ancora di più quando le hanno chiesto cosa le servisse per la scuola, ma soprattutto si è sorpresa, quando all’incontro successivo, si sono ricordati di portarle il materiale esatto che le serviva.

A Mirella è venuto un groppo al cuore quando Maria, durante l’incontro, ha detto alla mamma e al papà: “Non pensavo che vi piacesse stare con me … vi dimenticavate sempre tutto … a volte non mi avete neanche accompagnato a scuola …. oggi invece vi siete ricordati di portarmi i quaderni e mi avete anche chiesto cosa ho mangiato a scuola”.

I genitori le hanno spiegato, con parole molto semplici, che avevano bisogno di essere aiutati, e che grazie anche al lavoro di Mirella, hanno capito quanto sia importante per la loro bambina essere ascoltata, curata e amata da loro.

La storia di Maria e della sua famiglia, ha richiesto un lungo e paziente lavoro da parte di tanti operatori.

Vedere oggi Lucio ed Elena tenere per mano la loro bambina quando vanno ai giardinetti dopo la scuola; vedere che hanno imparato a parlare fra loro, senza esporre la bambina a discussioni forti, è la motivazione giusta per tutti per continuare questo delicato lavoro.
Per chi non è del settore, la parola spazio neutro fa pensare a un luogo spoglio o con dettagli anonimi quasi inesistenti.

Per le famiglie che entrano in contatto per la prima volta con la tutela minori, lo spazio neutro è visto come una sorta di tribunale in cui si è osservati e dove viene giudicato il rapporto fra il genitore e il proprio figlio.

Ma cos’è in realtà lo spazio neutro?

Lo spazio neutro è un luogo di protezione. È un luogo, pensato e progettato, per garantire uno spazio, non solo fisico, per sperimentare una nuova relazione fra genitore e figlio, garantendo la tutela del bambino.

Nello spazio neutro Beniamino ci sono molti strumenti pensati appositamente per tutte le persone che vi accedono: i bambini ma anche gli adulti.

In questa stanza è facile trovare giochi per tutte le età: dal tappeto morbido con i giochi tattili e morbidosi … ai giochi che stimolano la memoria/quiz logici per gli adolescenti … passando agli intramontabili lego, cucine e tavolo di lavoro giocattolo senza far mancare i libri per tutte le età.

Essendo pensato anche per gli adulti, è presente anche una cucina, un lavello, un tavolo con delle sedie e un seggiolone per permettere agli adulti di preparare o riscaldare un pasto per i propri bimbi o da consumare insieme ai figli più grandi. E c’è perfino una poltrona per “ninnare” i più piccoli o per leggere delle storie ai più grandicelli, tenendoli in braccio.

A cosa serve uno spazio così curato?

L’obiettivo degli incontri in spazio neutro è il recupero della relazione tra genitore e bambino. I genitori sono accompagnati nel ritrovare, o trovare, la capacità di accogliere i figli e saper far proprie le emozioni dei loro bambini. Gli operatori lavorano con i genitori per ricostruire un senso di responsabilità nel genitore, garantendo sempre al minore il diritto al mantenimento della relazione con il proprio genitore in un contesto di tutela.

Come si può fare questo?

Innanzitutto, garantendo la presenza di un educatore preparato che offre:

–      al genitore, uno spazio di confronto/ascolto, prima e dopo ogni appuntamento, sui bisogni e aspettative che anche lui porta con se in quell’incontro settimanale, quindicinale o mensile con il figlio/a;  una ripresa e una significazione dei contenuti avvenuti durante l’incontro per riuscire a leggere anche i bisogni del figlio e trovare una modalità di risposta sintoniche e rispondenti agli stessi;

–      al minore, il diritto di sentirsi in uno spazio sicuro, protetto da comportamenti violenti verbali o fisici che a volte le figure parentali agiscono più o meno consapevolmente. Il bambino riconosce che lo spazio neutro è un luogo in cui può esprimersi e può trovare una figura che faciliti la veicolazione dei propri bisogni/desideri e aspettative al mondo adulto;

–      alla diade genitore –minore, un professionista che li aiuti o a rinforzare una relazione già in essere o a crearne una laddove l’adulto proprio fatichi a leggere, nominare e rispondere ai bisogni del proprio figlio. Ogni bambino ha, sin dalla nascita, il diritto di essere accompagnato alla crescita, come figlio. Durante gli incontri vengono corretti, modificati i comportamenti che rischierebbero di sfociare in un rapporto conflittuale, basato sulla provocazione e la prevaricazione, imparando a riparare e recuperare anche a quelli che tutti chiamano errori o sbagli.

In uno spazio così pensato e realizzato, noi operatori assistiamo quotidianamente alla rifioritura dell’umanità.

Vediamo grandi e piccoli che trasformano le spine, che portano spesso nel cuore, in fiori coloratissimi che sbocciano attraverso la trasformazione delle loro parole e dei loro comportamenti.

Valentina Bresciani – Responsabile dell’Area Servizi di accoglienza nuclei monogenitoriali

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