Italiani all’estero: come possono adottare?

Ci sono due strade possibili per le coppie italiane all’estero che desiderino adottare un minore. Ma in alcuni Paesi la situazione è particolarmente complessa e non sempre questa possibilità esiste

Siamo una coppia di Italiani residenti all’estero (iscritti Aire) da più di 10 anni. Attualmente viviamo negli Emirati Arabi, dove ci siamo trasferiti da poco più di un anno. Qui la legge non consente adozioni ai locali, per quanto sappiamo, ma solo agli espatriati che adottino tramite la loro legge.
Abbiamo già una bimba di 5 anni e ci piacerebbe tanto adottare un altra bimba/o. Al momento non siamo sposati, ma conviventi da più di 10 anni. Ovviamente saremmo pronti a contrarre matrimonio se necessario per l’adozione.
Abbiamo un’età’ che non ci consente di adottare bimbi molto piccoli, in quanto io (madre) ho 49 anni, e il mio compagno (padre) ne ha 56. Lui ha anche due figli dal suo precedente matrimonio, uno di 22 anni e l’altro di 17.
Potreste indicarmi se è possibile avviare questo percorso e come ci dovremmo muovere? Ci avevano detto di far riferimento al Comune Italiano di nostra residenza prima dell’ espatrio o al Comune di Roma. Quali sono gli steps?
Grazie per il vostro aiuto. Un saluto

Buongiorno,
prima di tutto grazie per averci scritto e aver posto un quesito molto interessante, anche se complesso, e che potrebbe riguardare altre coppie in situazioni analoghe alle vostre.
Cominciamo col dire che gli Emirati Arabi non hanno sottoscritto la Convenzione dell’Aja del 1993, che è la Convenzione internazionale in materia di adozione, inoltre non risulta che vi siano Enti Autorizzati italiani che lavorano in quel Paese. Questi elementi sono fondamentali, soprattutto il secondo, per poter dare una risposta alle vostre domande.
Nel caso di italiani residenti all’estero, infatti, vi sono due strade percorribili per adottare, anche se nel vostro caso, ci spiace dirlo, appaiono entrambe molto difficoltose, se non improbabili.
Consideriamole entrambe partendo dalla prima.

L’adozione “nazionale straniera”

Gli italiani residenti all’estero potrebbero adottare con la cosiddetta “nazionale straniera”, cioè applicando la legge del Paese in cui si trovano, svolgendo (senza la necessità dell’ausilio dell’Ente Autorizzato) un’adozione nazionale valida in quel Paese.
Successivamente occorrerebbe far riconoscere quel provvedimento adottivo dallo Stato italiano, affinché possa avere validità anche in Italia.
Sul riconoscimento in Italia abbiamo più volte scritto in precedenti articoli che la residenza nel Paese in cui si intende adottare deve essere almeno biennale – fa fede l’iscrizione all’Aire. Nel caso di un periodo di residenza inferiore ai due anni infatti, il riconoscimento dell’adozione straniera non sarebbe possibile per lo Stato italiano.
Nel vostro caso scrivete che la “legge non consente adozioni ai locali, per quanto sappiamo, ma solo agli espatriati che adottino tramite la loro legge”; per “loro legge” ritengo intendiate la legge del loro Paese, cioè quella italiana e quindi l’adozione “nazionale” locale negli Emirati Arabi sarebbe esclusa.

L’Adozione Internazionale per chi vive in un Paese straniero

La seconda possibilità di adozione è quella internazionale che si realizza attraverso un Ente Autorizzato italiano.
Criterio imprescindibile è il matrimonio prima dell’avvio della procedura adottiva.
Tuttavia, come dicevo, l’assenza di Enti Autorizzati ad adottare presso gli Emirati Arabi rende anche questo tipo di adozione molto improbabile.
La mancata ratifica della Convenzione dell’Aja è un ulteriore aggravio, tuttavia la nostra legge 184/83 prevede questo caso e ammette la possibilità dell’adozione anche nei Paesi che non hanno ratificato, ma previa verifica di alcuni criteri applicativi quali la sussidiarietà dell’adozione, lo stato di abbandono, ecc.
Purtroppo la risposta che vi abbiamo dato è negativa, ma realistica poiché, come specificato, mancano gli strumenti legislativi e giuridici per realizzare un atto che creerebbe un nuovo status per il minore, ma anche per voi genitori.
Concludiamo indicando l’unica autorità che potrebbe intervenire in tale situazione, la Commissione Adozioni Internazionali, con sede a Roma, Ente centrale italiano in materia di adozione, che vi invito a interpellare.
Dubitiamo che la CAI abbia legittimità nella vostra situazione, ma potrebbe essere una estrema possibilità per avere ulteriori informazioni.

Cordiali saluti
Ufficio Diritti di Ai.Bi.

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