Kenya. Gli “occhi di speranza” di Elektrovent: un’azienda italiana per il futuro dei bambini abbandonati

È la formazione del personale socio sanitario dell’orfanotrofio Shelter, il focus della seconda annualità del progetto, assieme all’accompagnamento dei care leaver verso l’autonomia.

Il progetto Occhi di speranza, portato avanti da Ai.Bi. e da Elektrovent QUI, punta a rendere più sicure le condizioni di vita dei bambini soli, abbandonati o in difficoltà familiare che vivono in Kenya, ospiti dell’orfanotrofio Shelter Childrens Home e a promuovere percorsi di uscita dall’istituto e di accoglienza in famiglia, che sia d’origine o adottiva.

Il progetto, nello specifico, si sviluppa su 3 annualità. La prima, conclusasi nel 2020, ha reso possibile la realizzazione dei lavori di ristrutturazione e adeguamento della cucina e del refettorio dell’orfanotrofio.

Kenya. Formazione e care leaver al centro della seconda annualità del progetto

Nella seconda annualità, attualmente in corso, il focus centrale del progetto, consiste invece nel migliorare la formazione e le competenze del personale socio-sanitario dell’orfanotrofio, soprattutto, per ciò che concerne le tecniche e le procedure di presa in carico legale  dei  bambini e la gestione del processo di de-istituzionalizzazione e reinserimento in famiglia. I bambini, infatti, spesso restano in istituto per troppi anni senza un piano di presa in carico e di ricongiungimento familiare.

Sono stati due in particolare gli obiettivi del primo semestre di lavoro:

  • far comprendere meglio tutte le operazioni procedurali e burocratiche delle prese in carico del minore da quando arriva in orfanotrofio.
  • Realizzare un “tracciamento” delle famiglie originarie dei minori, per capire quali reali possibilità ci siano per un loro reinserimento familiare a fronte di un sostegno materiale e sociale alla famiglia.

Attivazione di uno Sportello di supporto psicologico per i minori accolti e i giovani usciti dall’orfanotrofio.

Tra le importanti attività di questa seconda annualità di progetto, vi è la realizzazione di uno sportello di supporto psicologico per i minori ma anche per i giovani che abbiano già lasciato lo Shelter, i cosiddetti “care leavers”, ragazzi che, al raggiungimento della maggior età, si ritrovano a dover  affrontare la vita fuori dall’istituto, da soli e senza un riferimento familiare.

Lo sportello psicologico rappresenta non solo uno spazio di ascolto e di sostegno ma per gli adolescenti in uscita e i giovani che hanno già lasciato l’orfanotrofio, anche uno spazio di condivisione, grazie al quale seguire, con il supporto di un intermediario sociale, un cammino verso l’autonomia.

 Formazione e inserimento dell’intermediario sociale per l’accompagnamento dei minori in uscita (careleaver) all’autonomia.

 Proprio per accompagnare i care leavers, verso l’uscita dall’orfanotrofio e nel loro percorso di autonomia, è stata realizzata una formazione specifica finalizzata alla preparazione e all’introduzione dell’intermediario sociale nell’equipe multidisciplinare dell’orfanotrofio Shelter. Grazie a questa nuova figura, gli adolescenti in uscita, i careleaver, vengono, finalmente, accompagnati in un percorso di inserimento lavorativo che possa loro garantire, una volta usciti dall’orfanotrofio, il raggiungimento della piena autonomia personale e lavorativa.

Avvio di un sistema di monitoraggio dei servizi di accompagnamento al reinserimento familiare.

L’impegno di Amici dei Bambini al fianco dei minori ospiti degli orfanotrofi è rivolto a mantenere il legame con la famiglia di origineove possibile, e promuovere sempre il loro diritto a essere figli, attraverso un percorso di accoglienza familiare.

La famiglia resta il luogo di maggior tutela e protezione per ogni bambino. Da qui la necessità che tutti gli sforzi degli operatori degli orfanotrofi, siano diretti a trovare soluzioni a lungo termine che prevedano l’obiettivo della crescita del minore accolto all’interno di un nucleo familiare e la promozione del suo diritto di essere figlio.

Come?

Adoperandosi per una riunificazione familiare, la cura del bambino da parte di parenti prossimi o della famiglia allargata, l’affido familiare temporaneo e l’adozione, nel rispetto delle linee guida sull’Alternative Family Care of Children del Kenya avvallate dal segretariato generale delle Nazioni Unite nel 2009.

Gli operatori dell’orfanotrofio Shelter, si ritrovano, pertanto, a portare avanti un processo di de-istituzionalizzazione del minore e reinserimento in famiglia, che prevede il coinvolgimento di diversi attori: i bambini, i genitori, gli assistenti sociali e le autorità locali. Per fare ciò è indispensabile che ricevano un’adeguata formazione e acquisiscano competenze e strumenti utili a identificare le origini del minore accolto e successivamente facilitare e pianificare il ricongiungimento con la famiglia o la ricerca di possibili soluzioni di cura familiare. È altrettanto fondamentale un successivo lavoro di monitoraggio dei reinserimenti realizzati, per evitare che si ripropongano le stesse situazioni familiari che avevano portato all’allontanamento del bambino.

A tale fine nel primi mesi del 2021 anche all’interno dell’orfanotrofio Shelter, è stata avviata un’attività di monitoraggio dei servizi di accompagnamento al reinserimento familiare dei minori accolti e gli operatori sono stati formati al fine di attivare tutte le procedure necessarie ad un ricongiungimento familiare di successo.

Come Elektrovent, sono molte le realtà aziendali che sostengono Ai.Bi. e che hanno reso possibile, nel corso degli anni, la realizzazione di numerosi progetti dedicati all’infanzia abbandonata o in difficoltà familiare, in Italia e nel mondo. Se anche tu sei un’azienda, e sei interessata a sostenere le attività della nostra associazione, scopri come fare QUI. Oppure contattaci allo 02988221 o alla mail aziende@aibi.it