Kenya. In partenza il progetto “Con te sono un grande” per 110 care leaver tra i 12 e i 24 anni

Finanziato dalla Provincia Autonoma di Bolzano, lo scopo è rendere i giovani senza famiglia più autonomi. #Continuiamodaibambini

Dopo il Marocco, al via anche in Kenya, grazie al finanziamento della Provincia Autonoma di Bolzano, il progetto ‘’Con te sono un grande’’ di Ai.Bi. – Amici dei Bambini. Il programma ha lo scopo di contribuire al miglioramento della gestione, da parte degli istituti di protezione minorile partner di Ai.Bi. im Kenya, di 110 ragazzi e ragazze “care leaver”. Si tratta, cioè, di aiutare decine di giovani tra i 12 e 24 anni in procinto di lasciare l’istituto o che lo hanno già lasciato a diventare adulti indipendenti e forti. Questo progetto è molto importante perché include, non solo il supporto legale per il reintegro nella società e la facilitazione della documentazione necessaria, ma anche la cura dell’aspetto psicologico di questo passo importante che i ragazzi dovranno affrontare o che hanno recentemente affrontato.

Kenya e care leaver: il metodo “Singing to the lions”

Ai.Bi. ha deciso di supportare psicologicamente i minori a oltrepassare i propri traumi e le proprie paure in vista della deistituzionalizzazione e al fine di una migliore preparazione delle skills necessarie per affrontare la vita dopo il centro minorile. Questo Ai.Bi. lo farà assieme al KESCA, la sola organizzazione di care leaver in Kenya, e con la collaborazione del Catholic Relief Service, che ha ideato la metodologia che verrà utilizzata nel progetto: si chiama Singing to the lions” ed è un metodo creativo e sistemico per superare i traumi e le paure della vita prendendo coscienza di chi siamo e delle proprie qualità e abilità. “Singing to the lions” è stato sperimentato in Zimbabwe, Uganda e Sierra Leone ma è divenuto presto molto conosciuto a livello mondiale. Inizialmente creato con il fine di promuovere la pace e la coesione sociale, è diventato un metodo di promozione della forza interiore e di superamento dei traumi e delle paure che può essere utilizzato in qualsiasi contesto. L’ispirazione proviene da Johnatan Brakarsh, psicologo per minori in Zimbabwe, ideatore del metodo durante le elezioni in Zimbabwe nel 2008, un momento di grande stress durante il quale immaginò che tutte le paure prendessero forma come leoni che lo accerchiavano. A quel punto immaginò anche la comparsa di un gruppo di bambini che si avvicinavano cantando: nel loro avvicinarsi i leoni si allontanavano. Così nacque l’idea.

Questa metodologia è formata da diverse sessioni pratiche e tramite esercizi con musica, danza, arte, movimento e giochi di ruolo, oltre che spiegazioni vocali. Prima di iniziare c’è un incontro con i bambini, i genitori e la comunità in cui viene introdotto il metodo e viene spiegato l’obiettivo illustrandone le attività e i benefici. Il seminario vero e proprio dura tre giorni e può essere suddiviso in sessioni più corte di un’ora o due.

Kenya e care leaver: gli esercizi

Si inizia con lo scoprire la propria identità per poi analizzare le paure e la violenza. Successivamente si passa poi a rafforzare la propria consapevolezza di sé, tramite il gioco ‘’non è colpa mia’’, il cui obiettivo è sottolineare come quello che è accaduto non sia dovuto a una colpa o a un difetto, partendo dal presupposto che, quando si è socialmente isolati, il sistema fa pensare di essere sbagliati. Si deve quindi imparare a fare connessioni e rete, a individuare le persone da chiamare in caso di pericolo, scoprendo anche chi sono le persone importanti nella propria vita e nella comunità di appartenenza.

Un altro esercizio molto chiave è ‘’scalare la montagna’’, ovvero rendere un problema insormontabile oltrepassabile e risolvibile. Ci sono tanti altri esercizi utili a far maturare la consapevolezza personale e rafforzare la propria autostima al fine di rendere i giovani futuri careleavers indipendenti e pronti per affrontare la vita al di fuori dell’istituto.

Tutte queste importanti attività possono essere sostenute grazie alla campagna “#Continuiamodaibambini” di Ai.Bi. Anche tu puoi fare la tua parte e donare a un giovane senza famiglia la speranza di un futuro migliore del passato.

Dona subito: https://www.aibi.it/ita/continuiamo-dai-bambini/

Scopri di più sul metodo “Singing to the lions” guardando il video: