Kenya. Perché un bambino decide di scappare da casa per vivere in strada?

I bambini in difficoltà familiare non necessitano solo di cure, cibo ed istruzione. Hanno bisogno anche di essere guidati nel recupero della fiducia verso se stessi e verso la loro famiglia.  Ai.Bi. è sempre al loro fianco.

Nelle ultime settimane in Kenya, grazie al supporto di Ai.Bi, sono state condotte diverse sessioni di terapia per alcuni piccoli ospiti del centro per ragazzi di strada, Kwetu Home of Peace.

A ricevere sostegno sono stati 6 bambini che hanno deciso di scappare di casa per vivere completamente soli nelle strade di Nairobi e per i quali il personale di Ai.Bi. si era prodigato nel rintracciare le loro famiglie d’origine.

Per i piccoli si era palesata la necessità dell’aiuto di uno psicologo che potesse dar loro il supporto necessario.

Sono state cosi condotte 1 sessione di gruppo e 4 sessioni individuali in cui è stato possibile, grazie all’intervento degli esperti, sciogliere alcuni nodi familiari che avevano portato la decisione dei bambini di scappare di casa.

Povertà, ma anche senso di inadeguatezza e mancanza di amore tra le cause della fuga

Motivazioni che non sempre albergano nella mancanza di soddisfazione di bisogni primari o nell’estrema povertà delle famiglie di origine. Spesso invece è il senso di inadeguatezza che il bambino vive nella propria famiglia magari dovuto all’introduzione di una nuova figura paterna, oppure nella sensazione che il ragazzo percepisce di non essere amato o compreso.

Lo psicologo grazie all’utilizzo di tecniche differenti è intervenuto proprio su quei sentimenti e sulla situazione scatenante che ha spinto i bambini a fuggire e a trovare ‘’riparo’’ tra le strade di Nairobi.

Durante le sessioni sono emerse le loro paure, i ragazzi si sono aperti e sono riusciti ad esternare i propri sentimenti,  potendo così combattere in parte quella rabbia e quella negatività che come un muro i piccoli avevano eretto esclusivamente per potersi proteggere. Hanno perdonato se stessi e i propri errori, ma anche quelli dei loro genitori.

La strada da fare è ancora lunga e i 6 ragazzi hanno ancora bisogno di lavorare su se stessi. Necessitano di un supporto costante, di sentirsi amati ed accettati, ma sicuramente queste giornate sono state per tutti loro momenti essenziali per muovere i primi passi verso una riconciliazione con se stessi e con i loro familiari, con la speranza di poter tornare un giorno nuovamente a vivere con la propria famiglia.