Kenya. Progetto “Con te sarò un Grande”: dall’accoglienza al reintegro dei care leavers ospiti dei centri Shelter e Vijiji

Come risolvere il grande problema dei care leavers? Non possedere alcun legame con la comunità e non sapere come rapportarsi con “il mondo al di fuori”

Continuano in Kenya le attività portate avanti da Ai.Bi., con il contributo della Provincia Autonoma di Bolzano nell’ambito del progetto “Con te sarò un grande”, dedicate all’accoglienza, all’accompagnamento e alla formazione professionale dei giovani adulti soli (care leavers) ospiti dei centri di accoglienza Shelter e Vijiji.

Una delle difficoltà principali riscontrate dai minori senza famiglia, raggiunta la maggiore età e con essa la necessità di intraprendere una propria strada nel mondo al di fuori dell’istituto è quella dell’integrazione nella comunità.

All’uscita dal centro di accoglienza, che li ha accolti e protetti durante l’infanzia, spesso i care leavers non possiedono infatti alcun legame con la comunità e non sanno come rapportarsi con “il mondo al di fuori”.

A causa della mancanza di mezzi e strutture, i centri per minori tendono spesso a centralizzare la vita dei bambini e dei giovani internamente. Ciò significa che quando ritornano nel mondo esterno, i ragazzi, spesso, non sono più in grado di relazionarsi. Non sono in grado di gestire le relazioni sociali, di comportarsi con le persone esterne, con conseguenti difficoltà anche nella futura ricerca di lavoro e nella creazione di amicizie e relazioni interpersonali sane.

L’importanza di conoscere il mondo al di fuori dell’istituto

Lo staff di Ai.Bi. grazie al progetto “Con te sarò un grande” e all’aiuto di due giovani leader della comunità, il 24 luglio scorso ha condotto alcuni minori, tra i 12 e i 15 anni, a conoscere 4 famiglie residenti nella baraccopoli di Mathare. L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di far conoscere loro il ruolo dei giovani leader, così da avere esempi positivi cui riferirsi, conoscere caratteristiche e vantaggi della loro attività, cosa voglia dire mettersi al servizio della comunità e, attraverso questa, acquisire sicurezza, consapevolezza dei propri talenti, l’importanza di mettersi in gioco e la possibilità, nonostante la loro storia di abbandono, di poter costruire un ruolo nella società, anche se, all’inizio, solo per volontariato, oltre che capire come, anche al di fuori del centro, ci siano persone pronte a riceverli e sostenerli ove possibile.