Bolzano. Emergenza minori stranieri non accompagnati. La Garante per l’Infanzia: “Una clearing house per un’accoglienza davvero a 360 gradi”

Paula-Maria-Ladstaetter_artikelBoxL’inglese è una lingua che tende alla sintesi. Per esempio, un’espressione come “centro di ricovero, prima accoglienza e assistenza”, la compatta in due sole parole: clearing house. Due parole che, in provincia di Bolzano, potrebbero ben presto diventare il futuro dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. È questa infatti la proposta della Garante locale per l’infanzia e l’adolescenza Paula Maria Ladstätter che ha recentemente sollecitato le istituzioni locali a seguire l’esempio di Austria e Germania nell’ospitalità dei giovanissimi migranti privi di legami famigliari.

Ad allarmare la Garante sono i numeri degli arrivi e la qualità dell’accoglienza attualmente offerta. Nel 2016 in Alto Adige sono arrivati 348 minori stranieri non accompagnati. A livello nazionale il loro numero, nell’anno appena trascorso, è raddoppiato: 25.772, rispetto ai 12.360 del 2015. Per legge, questi ragazzi non possono essere accolti insieme ad adulti sconosciuti. Ma troppe volte accade il contrario, con il proliferare di situazioni di promiscuità all’interno dei grandi centri perennemente al collasso, dai quali i minori sempre più spesso fuggono facendo perdere le proprie tracce. Anche in Alto Adige, i posti per loro nelle diverse comunità sono abbondantemente esauriti.

“Ragazzi e ragazze profughi non accompagnati hanno bisogno di particolare tutela e di un accompagnamento orientato alle esigenze dei giovani – ammonisce la Garante, preoccupata in particolare per le sorti delle ragazze -. La situazione è precaria e la politica è chiamata a intervenire”.

Il suggerimento è quindi quello di realizzare una clearing house per i minori non accompagnati bisognosi di tutela, sull’esempio della confinante Austria e della vicina Germania. Il collaborazione con altri partner, la struttura dovrebbe offrire anche informazioni giuridiche e sociopedagogiche, oltre che ulteriori possibilità di assistenza.

Per poter ottenere il necessario finanziamento dal ministero degli Interni, evidenzia Paula Maria Ladstätter, il Comune di Bolzano dovrebbe aderire allo Sprar, il Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. “Se il Comune presentasse al più presto un esaustivo progetto di clearing house – auspica la Garante –, con grande probabilità la casa per minori sarebbe finanziata al 90%, mentre il restante 10% sarebbe coperto dalla città capoluogo.

Apprezzamento, inoltre, è stato espresso dalla stessa Garante per il tavolo di confronto tra le organizzazioni che si occupano  di accoglienza dei profughi, attivato dal Comune di Bolzano. Al tavolo partecipano fianco a fianco, tra gli altri, anche i referenti di Amici dei Bambini e di Unicef. Lo scopo è quello di realizzare una rete di attori istituzionali e volontari che diano vita a un sistema diffuso di accoglienza in un’ottica di sviluppo dell’intera comunità, con il contributo della cittadinanza, adeguatamente sensibilizzata e coinvolta. Attenzione puntata in particolare proprio sui minori stranieri non accompagnati, per i quali Ai.Bi., con la sua campagna Bambini in Alto Mare, promuove l’accoglienza in affido famigliare.