La nostra Africa è un bambino

La storia di Etty e Paolo è una di quelle scritte con il cuore. Con l’amore e il desiderio di amare un bambino che potrà non avere i loro stessi occhi o i loro stessi colori. Il loro destino un po’ diverso ma non per questo meno bello di tanti altri, si compirà in Africa dove a gennaio intraprenderanno il percorso di adozione. Un percorso di coppia, una storia comune a tante altre, per nulla facile. Anzi, impegnativa oltre il dovuto, ma nello stesso tempo emozionante.

L’adozione –spiega Etty- è un percorso fortificante per la vita che ti permette di crescere come singolo ma soprattutto come coppia e come dice padre Mario Colombo, uno dei fondatori dell’Associazione Amici dei Bambini “…occorre lasciarsi innamorare di questo nostro figlio; questo avviene se è accolto per quello che è, e nello stesso tempo, deve essere desiderato per quello che sarà aldilà di quello che lui diventi. Ogni figlio è un dono, come tale va atteso, anzi bisogna imparare ad attenderlo”. Dove quel bambino fosse, dove li stesse aspettando, Etty e Paolo lo hanno capito strada facendo. “L’adozione” -racconta Etty- è stata una scelta rafforzata da alcuni viaggi in Marocco dove è scattata la conferma che la nostra famiglia sarebbe nata lì. Che fosse l’Africa forse è stato un disegno dall’alto”.

Una mano d’aiuto gli è stata offerta dall’associazione Amici dei Bambini che dal 1986 lavora a fianco dei bambini di tutto il mondo e oggi è presente in 24 Paesi stranieri.  “E’ gente speciale –spiega Etty- come la nostra referente per l’Africa, figlia adottiva e mamma adottiva. L’associazione ci ha prospettato la possibilità dell’Africa, poiché sono tanti ma proprio tanti i bimbi abbandonati in quel continente, ma ancor di più bimbi che non esistono poiché non hanno certificati di nascita e quindi non hanno alcun diritto”. Questa è l’emergenza del Kenya ed è lì che Etty e Paolo hanno scelto di andare.

Dall’idea alla certezza, leggendo e documentandosi sul Paese dalla natura ancora incontaminata e riscaldata dal sorriso della gente. “Da qualche parte –ricorda Etty- avevamo letto che in una civiltà millenaria come quella cinese si dice che esiste un filo del destino di seta rossa, che questa corda magica rossa possa ingarbugliarsi o stendersi ma mai spezzarsi. Quando nasce un bambino questo invisibile filo lega la sua anima a tutte le persone, passate presenti e future, che avranno nella sua vita un ruolo. Con il passar del tempo il filo si accorcia e si annoda avvicinando sempre di più quelle persone destinate a stare insieme”. Tra qualche mese, quel filo di seta rossa unirà per sempre il destino di Etty e di Paolo ad un bambino.

Tra qualche mese si concretizzerà l’abbinamento con il bimbo o bimba e dunque la partenza per il Kenya dove resteranno dai sei ai nove mesi. Un lungo viaggio che comporta la piena disponibilità a porre tutto il resto in secondo piano”. “Una scelta forte –confida Etty– che tocca la nostra vita quotidiana in tutti gli aspetti: la sospensione del lavoro, essendo due liberi professionisti, gli affetti e le abitudini. Ma per noi la vita continua anche in Kenya e il nostro impegno sarà a disposizione di quel paese e di quella gente con una nostra esperienza nel volontariato”. Perché l’adozione è un’esperienza che esclude ogni bilancio di previsione. Ma Etty sa che alla fine del percorso potrà stringere accanto a sé un frugoletto che la chiamerà mamma. Già immagina il momento dell’incontro. “Mi dirà jambo che in lingua swahili significa ciao. Mi chiederà di abbracciarlo ogni sera. Di soffocarlo di baci.” Ora si che il suo sguardo si illumina.

(Da Il Quotidiano della Calabria)