La strage degli innocenti non è mai finita. I bambini siriani, i piccoli migranti, le vittime dell’aborto: i martiri di oggi sono davanti a noi ogni giorno

bambini profughi sirianiLa nascita di Cristo e la venuta al mondo della Salvezza che essa rappresenta sono legate a doppio filo con una vicenda tragica. Quella passata alla storia come “strage degli innocenti”, i cui martiri la Chiesa ricorda il 28 dicembre, significativamente solo 3 giorni dopo Natale. Il racconto evangelico dei bambini sotto i 2 anni che Erode fece uccidere  nella regione di Betlemme per essere sicuro di avere eliminato, tra loro, anche Gesù appena nato ci appare oggi come un evento lontano, passato, al limite tra storia e simbologia cristiana. Invece è drammaticamente di attualità. Le fotografie, i filmati, la tv e i giornali ci mostrano ogni giorno scene in cui i bambini sono tra le vittime principali. Loro, i martiri innocenti dei nostri giorni, sono in Siria, sui barconi dei migranti che affondano nel Mediterraneo, nei più cruenti scenari di guerra del mondo. Senza dimenticare quelli nel ventre delle loro mamme che decidono o sono costrette ad abortire. E quelli malati in un letto su cui si abbatte la scure dell’eutanasia neonatale, che uccide più bambini di quanto crediamo.

Anche papa Francesco, nella sua omelia della Messa solenne di Natale, ha sottolineato come non ci sia niente di più umanamente insostenibile del dolore dei più piccoli. E niente di più diabolico del provocare sofferenza in loro. “Lasciamoci interpellare anche dai bambini che, oggi, non sono adagiati in una culla e accarezzati dall’affetto di una madre e di un padre – ha detto il Pontefice -, ma giacciono nelle squallide ‘mangiatoie di dignità’. Queste ultime, per il Santo Padre, sono i rifugi sotterranei per scampare ai bombardamenti, i marciapiedi delle grandi città, il fondo dei barconi sovraccarichi di migranti. Il Papa ha ricordato i “bambini che non vengono lasciati nascere”, quelli “che piangono perché nessuno sazia la loro fame”, quelli “che non tengono nelle mani giocattoli, ma armi”.

Il pensiero corre subito alla Siria. Li vediamo giocare tra la macerie delle loro case. Tuffarsi nei crateri formati dalle bombe e riempiti di acqua. Ma li vediamo soprattutto morire. Tra gli sfollati di Aleppo, migliaia sono bambini e neonati, in condizioni di estrema vulnerabilità anche per il freddo e il gelo, spesso malnutriti, dopo mesi sotto assedio senza cibo adeguato. E solo nelle ultime ore, più di 10 bambini sono stati uccisi dai raid aerei effettuati a est della città.

La situazione non è migliore in altri scenari di guerra. A Mosul, in Iraq, tra gli sfollati ci sono 52mila minori e in tutta l’area almeno 600mila bambini sono tagliati fuori dall’assistenza umanitaria. Destinati a diventare ancora una volta vittime sacrificali. Come i 52 uccisi e 150 feriti del 2016 secondo i dati ufficiali. Notizie non confermate parlano invece di quasi 280 piccole vittime, di cui 34 usate come attentatori suicidi.

Nello Yemen sono 8 milioni i bambini che non hanno accesso alle cure sanitarie. Ogni settimana più di 1000 muoiono a causa della malnutrizione, oltre a quelli che perdono la vita per gli effetti diretti della guerra.

A tutti questi dobbiamo aggiungere i tanti piccoli migranti morti in mare nel tentativo di fuggire da guerre e miseria, il cui numero effettivo forse non conosceremo mai. Sappiamo invece che sono 24.929 i minori stranieri non accompagnati sbarcati nel 2016 in Italia: ragazzini, spesso bambini, arrivati da soli in un Paese per loro straniero nel quale, se non degnamente accolti, rischiano di finire nel tunnel dello sfruttamento e dell’illegalità.

Ma “i bambini di oggi non sono solo vittime delle guerre e delle migrazioni forzate”, ha sottolineato il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I: i martiri innocenti si trovano anche nei Paesi economicamente sviluppati e politicamente stabili, dove sono minacciati e manipolati dai media e da un’economia che mira solo a trasformarli “fin dalla giovane età in consumatori”.

 

Fonti: La Stampa, Notizie Pro Vita, Vita, Vento Nuovo, la Repubblica