La strage dei bimbi: 500 uccisi

infanticidioRiportiamo un articolo apparso martedì 11 marzo sulle pagine del quotidiano “Libero”, in cui si mette in evidenza come una delle principali cause di morte violenta dei bambini in Italia sia da ricercare nella fine traumatica dei rapporti tra i genitori. Sono circa 500 infatti i piccoli che, dal 1970, hanno pagato le follie dei genitori. E gli avvocati lanciano l’allarme.

 

C’è una strage silenziosa di cui nessuno ha mai parlato. Una strage di bambini che dal ’70 è costata cinquecento vite e ben 10mila feriti con lesioni gravi o danni permanenti. Sono le vittime delle separazioni, gli innocenti che hanno pagato le colpe e le follie dei genitori. Il numero è emerso grazie a uno studio condotto dall’Università La Sapienza di Roma, che ieri è stato citato da Gian Ettore Gassani, presidente dell’Ami (Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani).

“L’infanticidio – ha spiegato Gassani – è un fenomeno ancora più agghiacciante del femminicidio. Le statistiche si concentrano troppo sulle morti degli adulti e troppo poco sulla mattanza dei bambini ad opera dei loro genitori. Non è vero che quando la coppia scoppia, la violenza e la furia omicida si proiettino solo nei confronti del coniuge o del convivente. Molto spesso il bersaglio sono i figli, che vengono uccisi per vendetta da chi non regge lo sconforto di essere stato lasciato dal partner”.

La cronaca è piena di episodi di vendetta omicida. Sul sito del Centro documentazione violenza sulle donne c’è un elenco di episodi con protagoniste madri assassine di molti Paesi del mondo. Scorrere la lista è come un tuffo nell’orrore. “Madre tortura la figlioletta di 10 mesi per far dispetto all’ex”, “è in crisi col marito: scaraventa i figli dal 15esimo piano”, “Per vendetta madre avvelena il figlio e ne accusa il padre” e avanti così.

Attenzione, i padri non sono migliori, è solo che non abbiamo trovato report su di loro.

“Si sono fatte leggi per combattere il femminicidio e ora – sostiene Gassani – bisogna studiare misure per prevenire la mattanza dei bambini durante separazioni e divorzi. Non è più possibile pensare che le coppie che arrivano in tribunale non possano usufruire gratuitamente di percorsi di psicoterapia o mediazione familiare. Ostinarsi nel ritenere che una causa di separazione sia solo una questione giuridica è irresponsabile, valutando il livello d’odio che può scatenarsi in una coppia che si sta disgregando”.

Odio vero, che acceca fino alla pazzia. Per questo l’Ami lancia una proposta: “Prima di arrivare davanti a un giudice, i coniugi dovrebbero seguire un percorso gratuito finalizzato alla elaborazione del lutto che la fine di un rapporto può determinare. Urge perciò una riforma processuale del diritto di famiglia e una campagna di sensibilizzazione affinché si prenda coscienza del fatto che i diritti dei bambini hanno una priorità su tutti gli altri”.