La testimonianza di una delle 5 studentesse: “In Ai.Bi ho scoperto l’autentico spirito di servizio per salvare più bambini possibile, mettendo in gioco i propri sentimenti”

volontariaMi chiamo Elena Rechichi, giovane calabrese ‘espatriata’ a Roma per motivi di studio e che ha risalito tutto lo Stivale per prendere parte ad un progetto di volontariato con Ai.Bi. L’estate che mi si prospettava davanti, una volta terminata la sessione estiva, non era tanto diversa da quella dell’anno precedente e di quello ancora prima: vacanze, mare, relax…Avevo quindi desiderio e necessità di regalare il mio tempo a qualcun altro, di migliorare il tempo di qualcun altro.  A parlare è Elena Rechichi, una delle 5 studentesse universitarie, che ha aderito al programma di volontariato,  “VolontariaMente” (promosso dall’università della Luiss Guido Carli in partnership con la “Fondazione Sinderesi-praticare l’etica” e Ai.Bi.), nato per fornire ai suoi studenti l’opportunità di entrare a contatto con una realtà nuova e difficile, svolgendo attività dal forte impatto pratico, etico e sociale.

Dal 18 al 29 luglio le ragazze si sono impegnate nel supportare gli educatori di Amici dei Bambini nella gestione ordinaria di varie comunità, dalla Family House a Pedriano alla Tenda di Abramo a Vizzolo, dalla casa-famiglia a Lodi alla Comunità per Adolescenti a Vaiano.

Ecco cosa i pensieri e le emozioni di una di loro: Elena.

Appena si è presentata l’occasione di questo progetto tramite l’università – continua – , ho aderito immediatamente. Le alternative erano molte, ma la mia scelta è ricaduta su Ai.Bi., non per caso. Spulciando il sito e raccogliendo un po’ di informazioni ho subito avuto chiari quelli che sono i valori e i principi che guidano l’Associazione, valori e principi in cui mi ritrovo perfettamente; mi sono subito convinta che questa assonanza di pensiero mi avrebbe fatto assaporare le due settimane di volontariato fino in fondo ed in piena sintonia con gli operatori di Ai.Bi”.

Le mie aspettative non sono state disattese – precisa – anzi, se possibile, si sono rivelate migliori del previsto.  Ho conosciuto persone eccezionali, che con un autentico spirito di servizio offrono tutte le loro risorse ed energie, anche quelle che non hanno, per salvare più bambini possibile, mettendo in gioco i propri sentimenti”.

Per Elena “questo spendersi per i più indifesi, i minori, l’ho potuto toccare con mano durante le giornate che ho trascorso in una casa famiglia di Ai.Bi.: una casa vera e propria dove un marito e una moglie scelgono di accogliere bambini allontanati dalle proprie famiglie per i motivi più vari, offrendo semplicemente cure, attenzioni e affetto. È un atto di coraggio, uno stravolgere la propria esistenza e orientarla nell’ottica di qualcun altro: bambini che saranno con te solo per qualche mese o anno, ma a cui in un pur breve lasso di tempo, può essere restituita l’innocenza e fatto riaffiorare il sorriso”.

Mi porto a casa tante emozioni dalle due settimane in Ai.Bi. – conclude –, ma la gratuità dei gesti e la carità incondizionata che ho vissuto e ricevuto rimarranno uno dei doni più belli che mi sia mai stato fatto”.