La vergogna di chi lucra sui sopravvissuti alla tragedia di Lampedusa

inchiestaI due volti dell’Italia che accoglie. Da una parte, quello umano della mobilitazione della società civile, delle famiglie, del volontariato e del mondo dell’associazionismo che, di fronte all’immane tragedia consumatasi nel mare di Lampedusa, lo scorso 3 ottobre, hanno dato la propria disponibilità ad accogliere i profughi sopravvissuti nei continui sbarchi.

Dall’altro, il volto disumano di chi, pur ricevendo dallo Stato oltre 3 milioni di euro all’anno e pur avendo la struttura dove accoglierli, dar loro riparo, un letto pulito, e un pasto caldo, lucra sulla loro disgrazia. E non muove un dito per aiutarli.

Un’inchiesta dell’Espresso, firmata Fabrizio Gatti, e pubblicata il 18 ottobre, rivela inquietanti, e vergognosi scenari, su cui siamo tutti chiamati a riflettere, a indignarci e a mobilitarci.

 

La società che gestisce il centro in cui sono rinchiuse 709 persone incassa 21mila euro al giorno. Per lasciare che i bambini dormano su lenzuola di carta, mangino fra i bagagli sporchi, in condizioni igieniche disastrose. Mentre i pulmini partono, senza assicurazione.

La società “Lampedusa Accoglienza” non ha nulla a che vedere con l’isola da cui prende il nome. La società è un consorzio appartenente al Gruppo Sisifo, contenitore di una serie di imprese della Lega Coop. “Lampedusa Accoglienza” da alcuni anni è la ditta alla quale la prefettura di Agrigento ha affidato la gestione del centro di detenzione dove vengono rinchiusi per legge gli uomini, le donne, i bambini sopravvissuti alla traversata del mare Mediterraneo.

“Lampedusa Accoglienza”, il suo presidente Antonio Zarcone, 60 anni, e il suo amministratore delegato Cono Galipò, 62 anni, da settimane assistono in condizioni indecenti i profughi arrivati vivi. Così indecenti che, sbarcati sani, i bimbi siriani qui hanno preso i pidocchi. Così scandalose che la società di Zarcone e Galipò ancora non ha fornito coperte di lana, brande, materassini puliti e tanto altro ancora, costringendo centinaia di persone già provate dal viaggio e dalle paure che lo hanno provocato, a dormire per terra, a mangiare per terra. Come i cani randagi che, chissà perché, vengono ospitati nel centro di “Lampedusa Accoglienza” e la notte girano ad annusare e urinano sui bagagli, sugli indumenti dei profughi.

“Lampedusa Accoglienza” nel 2012, anno in cui gli sbarchi sono stati quasi inesistenti, ha incassato dallo Stato 3 milioni 116 mila euro. Nel 2011 ha incassato altri 3 milioni 202 mila euro. Poiché riceve circa 30 euro per ogni profugo ospitato per ogni giorno di assistenza, soltanto con le 709 persone presenti ieri Zarcone e Galipò hanno incassato 21.270 euro. Soltanto ieri: 21 mila li incasserà oggi, 21 mila euro al giorno li ha incassati in tutti questi tragici giorni.

Con 21 mila euro al giorno se ne comprano di coperte. Fa invece impressione vedere i bambini avvolti in lenzuola di carta e sdraiati sulla terra o sulle piastrelle del pavimento. Fa impressione guardare le loro mamme stringerli per riscaldarli nel freddo di queste notti di maestrale. I numeri danno l’idea dell’indecenza: 709 reclusi di cui 504 uomini, 69 donne, 136 bambini e ragazzini compresi gli adolescenti non accompagnati. Reclusi sì perché in violazione ai principi costituzionali, dal centro ufficialmente non si può uscire. E le passeggiate in paese possibili per i buchi nella recinzione non sono un normale diritto ma un’elargizione. Questa violazione costituzionale ormai è accettata da tutte le Procure d’Italia che evidentemente fingono di non sapere.

Eppure per ogni persona “Lampedusa Accoglienza”, Zarcone e Galipò incasseranno i compensi anche per le brande, le coperte, le lenzuola, gli spazzolini, il sapone che non hanno fornito. Le condizioni igieniche così scadenti stanno ovviamente ricadendo sulla salute dei profughi. Ieri una bambina siriana è stata trattenuta con il padre nel centro e il resto della famiglia trasferita in Sicilia. La piccola non ha potuto partire perché ha i pidocchi. Ora le hanno avvolto i capelli in un lembo di lenzuolo di carta. Non hanno trovato altro rimedio. Altri bambini e adulti lamentano pidocchi e punture di insetti.

 

Fonte: L’Espresso