L’adozione non è una scelta da fare solo per accontentare i figli

«Abbiamo due bimbi di 7 e 4 anni che vogliono un fratellino. Pensiamo all’adozione, ma abbiamo alcuni timori. Il legame sarà forte quanto quello di sangue o rischiamo di crescere figli di “serie A” e “serie B”?» E’ la sintesi di una lettera arrivata alla redazione del settimanale “Famiglia Cristiana”. Di seguito riportiamo la domanda e la risposta in versione integrale.

 

Abbiamo due bimbi di 7 e 4 anni che, complice la quarta gravidanza di una coppia di amici, manifestano spesso il desiderio di un fratellino. Sia io sia mio marito saremmo anche disposti ad allargare la famiglia, ma per problemi intervenuti al mio secondo parto, non è per me facile avere altri figli naturali. Ci stiamo interrogando su un’adozione, per dare ai nostri figli l’atteso fratellino e per dare a un bimbo orfano la gioia di una nuova famiglia. Ci scoraggiano però il faticoso iter burocratico, le spese da sostenere nel caso di adozione internazionale e soprattutto la paura di non riuscire ad accogliere il nuovo venuto come un figlio “nostro” in tutto e per tutto, al pari degli altri. Un legame solo affettivo può eguagliare la forza e l’intensità di un legame di sangue? Rischiamo di crescere figli di “serie A” e figli di “serie B”. 

Carla

 

famiglia-cristianaGentile Carla,

i dubbi e i timori che vi state ponendo sono parte, essi stessi, del percorso della genitorialità adottiva. Probabilmente anche quando aspettavate il secondo figlio vi sarete trovati più volte a pensare se sareste stati capaci di amarlo tanto quanto avete amato il primogenito. Sono domande e dubbi che ci riguardano tutti, nel momento in cui pensiamo a un nuovo figlio dopo averne cresciuti altri. Nel caso dell’adozione questi dubbi sono più che leciti e credo che dovresti riflettere sul fatto che l’iter burocratico, che al momento vi scoraggia, probabilmente vi offrirà anche l’opportunità di incontrare specialisti che vi aiuteranno a fare chiarezza sulle paure e sui dubbi. Io non sono un genitore adottivo e quindi non ho una storia personale in questo ambito, ma proprio in questi giorni mi sono molto emozionato nel leggere: Sei sempre stato qui di E. Gardella, (Frassinelli). È il libro di un padre adottivo che racconta non solo la sua storia, ma anche le sue emozioni e paure. Un libro che fa comprendere quanto universale sia ciò che vi state chiedendo e vi sta succedendo e che perciò consiglio a voi e a tutti coloro che stanno pensando, come voi, a un’adozione. C’è un aspetto nella tua lettera su cui però ti invito a riflettere bene: la pressione che sentite rispetto ad allargare la famiglia da parte dei vostri due figli. Ecco, su questo punto vi direi di parlarvi bene all’interno della coppia per acquisire un grado assoluto di libertà. I figli devono essere voluti e pensati dai genitori. Siete voi che dovete capire e sentire che siete pronti per fare questo passo. I bambini possono innamorarsi dei neonati degli amici di famiglia, ma poi non saranno loro a crescerli, a svegliarsi di notte quando piangono, a vivere ansie e fatiche quando sono malati o c’è un piccolo/grande problema. Siete voi che dovete sentire che questa è la cosa giusta per la vostra famiglia e ciò che davvero desiderate.

 

Alberto Pellai

Famiglia Cristiana