Lampedusa. Seydou: “Una volta ero un minore straniero non accompagnato, ora frequento i Presidenti della Repubblica”

inizio anno scolastico“Onore al merito”, recita un popolare modo di dire. Il merito è quello di aver compiuto un percorso scolastico prodigioso, tanto da riuscire a superare brillantemente, e in italiano, l’esame di terza media  a meno di 6 mesi dall’arrivo nel nostro Paese. L’onore è quello di incontrare, per il secondo anno consecutivo, il Presidente della Repubblica in occasione della cerimonia ufficiale di apertura dell’anno scolastico. Il protagonista di questa storia è Seydou, ex minore straniero non accompagnato arrivato in Italia a bordo di uno dei tanti barconi che attraversano il Mediterraneo e oggi figlio di una famiglia che dal primo momento lo ha accolto con amore: i Maggiore di Lampedusa, ovvero mamma Piera, papà Lillo le loro due figlie.

Lunedì 28 settembre Seydou sarà a Napoli, insieme alla sua famiglia e a tanti altri studenti provenienti da ogni parte d’Italia, per il tradizionale incontro di inizio anno con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il 22 settembre 2014, il giovane di origine senegalese era stato presente alla stessa manifestazione tenutasi in quell’occasione a Roma, nel Cortile del Quirinale, con l’allora Presidente Giorgio Napolitano. Per due anni di fila, quindi, l’impegno e i brillanti risultati scolastici di Seydou sono stati premiati. Dopo aver sostenuto, a giugno 2014, l’esame di terza media, il ragazzo si iscrisse all’istituto alberghiero. Qui ha superato con profitto il primo anno e ha appena cominciato a frequentare il secondo. Il suo professore di diritto ha voluto sottolineare che ben pochi compagni di scuola hanno raggiunto lo stesso livello di preparazione di Seydou. E questo, insieme al suo carattere amabile, ha indotto i responsabili della scuola a segnalarlo tra gli alunni più meritevoli: quelli che voleranno a Napoli  in occasione del taglio del nastro del nuovo anno scolastico.

Seydou arrivò a Messina il 10 gennaio 2014, a bordo di una nave della Marina Militare impegnata nell’operazione Mare Nostrum. Era partito dal Senegal, dove aveva lasciato i suoi genitori, 2 fratelli e una sorella, in condizioni di estrema povertà. Aveva 16 anni ed era giunto in Italia da solo. Dopo un paio di giorni trascorsi nel sovraffollato centro di accoglienza allestito al Palanebiolo, fu trasferito a Lampedusa dove ad attenderlo trovò proprio i Maggiore che già da tempo avevano dato la loro disponibilità all’affido. “Già il giorno dopo l’abbiamo scritto a scuola – ricorda Lillo Maggiore – e, siccome ci ha detto di amare il calcio, anche a un’associazione sportiva”.

Nel frattempo Seydou ha compiuto 18 anni e si è reso necessario modificare il suo permesso di soggiorno, perché quello per affido familiare non vale più. La pratica si sta rivelando più complessa del previsto, perché ottenere dei documenti dal suo Paese di origine è un vero problema. Ma Seydou non si lascia scoraggiare: guarda avanti e spera di poter iniziare presto a lavorare in modo da aiutare, anche se a distanza, la sua famiglia rimasta in Senegal.

Storie come quella di Seydou sono protagoniste in questi giorni di diversi eventi in giro per l’Italia e in particolare in Sicilia. Domenica 27 settembre, per esempio, la manifestazione “Palermo in tutte le lingue: Ballarò d’autunno 2015” proporrà i racconti dei minori stranieri non accompagnati che condivideranno sogni e racconti drammatici, ricordi e speranze in una performance di letture e narrazioni organizzate dalla Scuola di lingua italiana per stranieri di Palermo. Sulla stessa scia “Un mare di bambini”, l’evento che si è svolto a Pozzallo presso lo spazio cultura Meno Assenza, dove un gruppo di 15 e 16enni nigeriani partiti in cerca di lavoro ha raccontato la propria esperienza, il proprio dolore e il proprio bisogno di sentirsi accolti e di avere una vita nuova fatta di cure e affetti.

Nel frattempo, però, non mancano notizie di tono sicuramente più cupo. A Milano, 11 adolescenti kosovari, soli, non hanno trovato posto nelle comunità di accoglienza della città, nonostante si fossero messi in fila all’Ufficio del pronto intervento minori del capoluogo lombardo. Gli operatori non hanno potuto fare altro che rimandarli al giorno dopo e ricavare loro uno spazio in un dormitorio insieme ai senza fissa dimora. Mentre a Firenze una delibera ha approvato la realizzazione di una struttura di prima accoglienza temporanea per Misna: una soluzione d’emergenza, ma ben lontana dalla sicurezza che solo una famiglia affidataria potrebbe garantire a questi minori.

L’idea di accoglienza giusta portata avanti da Ai.Bi. è diversa: è quella basata sulla famiglia, come nel meraviglioso caso di Seydou, e delle piccole comunità di migranti. Sono questi gli obiettivi della campagna Bambini in Alto Mare, con i suoi interventi Non lasciamoli soli, dedicato all’accoglienza dei Misna e delle famiglie che sbarcano nel nostro Paese, e Io non voglio andare via, mirata a garantire ai piccoli siriani il diritto di sentirsi a casa nel proprio Paese. Interventi che si possono sostenere attraverso il Sostegno a Distanza, l’offerta di disponibilità per l’accoglienza e attività di volontariato o effettuando una donazione libera, chiamando il numero verde 800-224455.

 

Fonti: Tiscali, Palermo Today, Radio Rtm, Firenze Today, Corriere della Sera