Siria. “Felice che mio figlio vada a scuola, ma ogni giorno può essere l’ultimo”. L’angoscia di un padre che invoca luoghi sicuri: come il nuovo ospedale di Ai.Bi.

Bambini scuola siriaLa voglia di normalità fa a pugni con il terrore della morte. Così ormai è costretta a vivere la popolazione di Aleppo. Nella seconda città della Siria, divisa tra una parte occidentale controllata dall’esercito governativo e una orientale in mano ai ribelli, le famiglie rimaste cercano di non rinunciare almeno ai diritti fondamentali di una vita dignitosa, pur dovendo fare i conti ogni momento con i bombardamenti e i raid aerei che da mesi flagellano i loro quartieri. Una delle cose a cui ad Aleppo non vogliono rinunciare è la scuola.

Sono almeno 100mila i bambini intrappolati nelle zone assediate di Aleppo Est. La drammatica conta quotidiana dei morti non ha impedito l’apertura del nuovo anno scolastico. La maggior parte delle scuole della città è stata distrutta o gravemente danneggiata da 5 anni e mezzo di guerra. Ma la gente di Aleppo non si è arresa. Le lezioni si svolgono nei sotterranei. Qui, delle bombe si sentono solo il rumore e il tremore.

Nidal al-Aboud è uno dei piccoli coraggiosi che ogni giorno sfida i combattimenti per recarsi in queste scuole improvvisate. Per lui e i suoi compagni di classe le lezioni si svolgono in una cantina stretta e poco illuminata. Durante le pause non possono uscire a giocare all’esterno. “Ho paura degli attacchi aerei – racconta Nidal -. Un mio amico è morto proprio nel mio quartiere. Un elicottero ha gettato un barile bomba sulla sua casa e l’ha ucciso”. Il padre di Nidal vive nella speranza e nell’angoscia. Sa che ogni giorno suo figlio potrebbe non tornare a casa. “Come padre – dice – sono felice quando vedo i bambini andare a scuola. Ma a causa dei bombardamenti temo che, quando lascio mio figlio andare a scuola, lo stia mandando a morire.

In uno scenario così drammatico, però, i bambini hanno bisogno di sentirsi normali. Le lezioni, i libri, i compiti, i compagni di classe possono aiutarli a superare i traumi della guerra. Anche da questi aspetti si capisce quanto sia fondamentale, per le giovani generazioni siriane, offrire luoghi sicuri e protetti.

Proprio come il nuovo ospedale pediatrico che Amici dei Bambini, nell’ambito della sua campagna Bambini in Alto Mare, sta realizzando in Siria. Un centro sanitario con 35 posti letto e 19 incubatrici, servizi di ginecologia, pediatria e ostetricia capace di assistere 300 pazienti al giorno. Il tutto ricavato nella roccia sotto una collina, al riparo dalle bombe. I lavori per la sua realizzazione sono già iniziati, ma si tratta di un progetto ambizioso che ha bisogno del sostegno di tutti. Per aiutarci puoi effettuare una donazione online o un versamento al conto corrente postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini. Il futuro dei bambini siriani dipende anche da te.

 

Fonte: Al Jazeera