LaNotizia-Giornale.it. Burocrazia criminale e governi menefreghisti: così sono spariti 35 mln per i rimborsi alle coppie per adozione internazionale

Poche righe, dietro cui però si nasconde la solita storia di fondi bloccati, burocrazia criminale e famiglie appese al palo. La nota è della Commissione Adozioni Internazionali (Cai): “Si comunica che sono in corso i rimborsi delle spese sostenute per le adozioni conclusesi nell’anno 2011 che saranno integralmente liquidati entro la fine del corrente anno 2017, nel rispetto dei criteri fissati dal DPCM del 4 agosto 2011”. Fin qui (quasi) tutto bene. Parliamo di un ritardo di ben sei anni, ma viste tutte le vicissitudini che la Commissione ha vissuto (riunitasi una sola volta nel giro di ben due anni sotto la presidenza dell’ex magistrato ed ex senatrice Pd molto vicina a Matteo Renzi, Silvia Della Monica), è un discreto risultato, il primo concreto dopo il cambio al vertice della Cai, con la nomina a vice presidente della dottoressa Laura Laera (la carica di presidente è rimasta in mano al premier Paolo Gentiloni).

Ma attenzione: prima di tirare un ipotetico sospiro di sollievo, leggiamo quanto precisa la stessa Cai nella sua nota, poco più avanti. “Si informa altresì che, successivamente al DPCM del 4 agosto 2011, non vi è stato alcun provvedimento analogo che preveda il rimborso delle spese sostenute per le adozioni concluse dopo il 31 dicembre 2011”. Ergo, “attualmente non verrà dato seguito ad ogni eventuale istanza di rimborso relativa agli anni successivi al 2011”.

Insomma, tutte le famiglie che hanno adottato bambini a partire dal primo gennaio 2012 non hanno, ad oggi, diritto ad alcun rimborso, semplicemente (si fa per dire) perché non c’è alcun decreto che assegna i fondi alla Cai. A questo punto, però, cerchiamo di capire quante adozioni – a meno che come si spera non arrivi un atto “riparatorio” del Governo – resteranno scoperte. Il conto l’ha fatto Vita.it, sempre attenta a ciò che riguarda e tocca il mondo del sociale e che per primo ha denunciato la vicenda: in base ai dati statistici pubblicati annualmente dalla Cai, parliamo di circa diecimila adozioni. Per l’esattezza parliamo di 10.353 minori entrati in Italia.

Ma sono soltanto quelli arrivati dal 2012 al 2015 (3.106 minori adottati nel 2012, 2.825 nel 2013, 2.206 minori adottati nel 2014 e 2.216 nel 2015), cui bisogna aggiungere quelli del 2016 e del 2017, su cui però ancora non abbiamo dati ufficiali. Minori per le cui pratiche adottive i genitori ora non avranno alcun rimborso. Nulla di nulla.

Il giallo dell’interrogazione – Eppure qualcuno aveva detto, in sede ufficiale peraltro, che i fondi c’erano eccome. È l’8 giugno 2016 quando la deputata ex M5S (oggi Alternativa Libera) Eleonora Bechis chiede conto proprio dei ritardi accumulati dal Governo nel rimborsare le famiglie adottive. A rispondere è l’ex ministro (oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio) Maria Elena Boschi, la quale è chiara su un punto: “con la legge di stabilità relativa al 2016 abbiamo istituito un apposito fondo presso il Ministero dell’economia” per le adozioni internazionali.

Questo fondo, aggiunge ancora la Boschi, “prevede appositamente delle risorse di 15 milioni all’anno a decorrere dal 2016”. Ma il Governo voleva fare le cose in grande e così “oltre ai 15 milioni già previsti, ci sono anche 7 milioni e mezzo, derivanti dai riporti relativi alle annualità precedenti, che sono sempre destinati ai rimborsi e quindi relativi alle adozioni internazionali, ma per quanto riguarda le spese sostenute dalle famiglie”. Finita qui? Ma certo che no, perché “si aggiungono 12 milioni e mezzo, sempre nell’ambito del Fondo per le adozioni internazionali, che sono destinati appunto ai rimborsi per le spese sostenute.

Quindi, da questo punto di vista, ci può essere una rassicurazione”. Conto complessivo: 34,5 milioni di euro. Dove siano, resta un mistero. Resta però la “rassicurazione” di Maria Elena Boschi.