L’Arcivescovo di Boston: perché abortire anziché dare in adozione?

MILANO – A margine della cerimonia conclusiva del Congresso Internazionale, svolto nel corso del Family 2012, abbiamo intervistato S. E. il Cardinale Sean O’Malley, Arcivescovo di Boston (USA), membro della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, Presidente della Commissione Attività Pro-Vita, della Commissione per il Clero, Vita Consacrata e le Vocazioni.

Ai.Bi. – Eminenza Cardinal O’ Malley, gli USA sono un Paese con grande tradizione nelle adozioni, qual è la situazione oggi?

S.E. Cardinale O’ Malley – Tragicamente, negli Stati Uniti, è molto difficile adottare. Ne ho esperienza diretta con mio fratello che, padre biologico di 3 figli, ha deciso di accoglierne un quarto. Ebbene ha dovuto adottare in Messico, a dimostrazione di quanto sia difficile farlo nel nostro paese. La chiesa Statunitense incoraggia fortemente l’adozione ma purtroppo ci sono pochi bambini realmente adottabili e molte coppie disponibili non riescono a realizzare il loro sogno. Questo sorprende ancor di più se si considera che gli USA hanno una lunghissima tradizione in questo ambito. Le prime agenzie per le adozioni americane nascono più di 100 anni fa dagli emigrati Irlandesi che essendo molto poveri vivevano forti tassi di abbandono. Oggigiorno gli uffici Caritas degli Stati Uniti operano come agenzie per l’adozione. Eppure non si riesce a realizzare un numero adeguato di accoglienze.

Ai.Bi. – Eminenza, lei è Presidente della Commissione Attività Pro-Vita. La Legge USA prevede l’Istituto dell'”Adozione del Nascituro”. In Italia questa misura di prevenzione dell’aborto non è prevista dalla Legge, ma, in quanto Ai.Bi., abbiamo sviluppato un progetto di legge che prevede la sua istituzione. Qual è la posizione della Chiesa americana su questo tema?

S.E. Card. O’ Malley – L’aborto è un atto violento contro il bambino e contro la madre. Rimango sempre esterrefatto di fronte a coloro che decidono di abortire anziché dare in adozione il loro bambino. Certo, la posizione della Chiesa è quella di incoraggiare e supportare le madri nel fare la scelta di tenere il loro bambino. La chiesa cattolica statunitense infatti, in particolare attraverso l’ordine delle “Sisters of life” (ordine religioso di suore che si occupa di prevenzione dell’aborto, n.d.r.), supporta tante ragazze e tante donne nello scegliere di tenere il loro bambino. Ma quando questo non è possibile, ben venga l’adozione del nascituro.
Quando parlo di questo tema penso sempre a un passaggio del Vecchio testamento (Libro dei Re, n.d.r.): “Due madri di neonati che vivevano nella stessa casa si presentarono da Salomone. Uno dei bambini era morto e la madre aveva scambiato i due. Salomone ordinò che il bambino fosse tagliato per darne metà a ciascuna. La vera madre allora lo supplicò di consegnare il bimbo all’altra, pur di salvarlo”. Come la madre di questa vicenda biblica, tante donne, davanti alla tragica prospettiva dell’aborto dovrebbero scegliere la vita anche quando questo risulta drammaticamente traumatico.