Lasciti solidali. Se gli eredi sono in disaccordo, che succede? 

Un fratello vorrebbe lasciare un immobile ereditato a un ente del terzo settore, ma l’altro fratello non è d’accordo. Le possibili soluzioni

Non è raro che si verifichino disaccordi tra gli eredi su come gestire l’eredità ricevuta. Nella seguente lettera, Maurizio dichiara di voler lasciare l’immobile della madre, ereditata insieme al fratello, a un’associazione.
Ma è emerso un problema: la volontà di Maurizio non è condivisa dal fratello.

La lettera

Buongiorno,
ho ricevuto in successione legittima insieme a mio fratello l’eredità di mia mamma, divisa equamente in due parti, consistente in un cc bancario e l’appartamento in cui viveva la mamma.
Io vorrei donare l’immobile a un’associazione, ma ho letto sul vostro sito che donare solo una quota non sarebbe utile.
Mio fratello però non è d’accordo nel donare l’intero immobile. Mi chiedo cosa si può fare quando tra gli eredi non c’è accordo sulla gestione dell’eredità?
Grazie,
Maurizio

Gentile Maurizio,
scrivendo che ha ereditato per successione legittima supponiamo che non vi sia stato testamento, ciò esclude qualsiasi volontà specifica del defunto.

L’eredità divisa

Come giustamente scrive lei e suo fratello avete ereditato una quota identica e pertanto avete i medesimi diritti e oneri sull’eredità. È necessario quindi che troviate un accordo insieme.
In caso contrario vi possono essere differenti soluzioni.
Per quanto riguarda i beni mobili (conto corrente) ciò è facilmente risolvibile poiché divisibile in due parti uguali. Il problema sorge per i beni immobili.

Quando gli eredi sono in disaccordo

Se l’immobile fosse abbastanza grande da poter essere diviso in due parti uguali (si pensi ad una palazzina con due appartamenti identici) ciascun erede potrebbe acquisirne uno, ma non mi pare possa essere il suo caso perché ha scritto di un unico appartamento.
Il problema maggiore si presenta quando gli eredi non sono tutti d’accordo sulla destinazione d’uso della casa, ad esempio se uno volesse venderla o donarla come nel suo caso e l’altro non fosse d’accordo o volesse abitarla.
Una prima soluzione sarebbe quella secondo cui l’erede che volesse abitare la casa potrebbe comperare la quota dell’altro, sciogliendo la comunione, oppure l’erede che volesse donare o vendere la casa dovrebbe prima acquistare la quota dell’altro. Preciso che in caso di vendita della quota a terzi, gli altri eredi hanno diritto di prelazione sulla quota in vendita, quindi devono essere informati per primi.
Anche in questo caso è necessario che tutti gli eredi giungano a un accordo.
Se anche ciò non si realizzasse, la ulteriore possibilità è quella giudiziale che consiste nel chiedere al giudice la divisione delle comunione ereditaria. Ogni erede può farlo in maniera autonoma, senza essere costretto a informare gli altri. Nel suo caso, trattandosi di soli due eredi, il giudice dovrà chiedere all’altro erede (quello che non ha avviato la causa) se intende acquisire la quota del fratello/sorella. In caso di risposta negativa il giudice procederà con la vendita dell’immobile all’asta giudiziaria, dividendo poi il ricavato tra gli eredi.
Quest’ultima è una soluzione che ovviamente esclude la realizzazione della sua generosa volontà di cedere l’immobile a un ente del terzo settore.

Domande e informazioni sui lasciti solidali  e donazioni in memoria

Per  informazioni sui lasciti è possibile consultare la pagina dedicata del sito di Ai.Bi., scrivere alla mail lasciti@aibi.ito chiamare il numero 02.98822332.