Lavoro o famiglia? Per l’ex manager della Pimco la figlia vale di più

manager picmo 200Nei primi undici anni della vita di sua figlia, Mohamed El Erian si è perso almeno due eventi importanti all’anno. Un giorno la bambina gli ha consegnato il lungo elenco di momenti nei quali lei avrebbe voluto avere acconto a sé il padre, puntualmente assente a causa del lavoro. Il top manager della finanza internazionale non ha resistito e ha deciso che la famiglia vale di più.

Nei Palazzi dell’alta finanza internazionale, la decisione dell’ex manager di lasciare l’azienda avrebbe ben altre cause. Pimco, il più grande gestore del mondo di bond con circa duemila miliardi di dollari gestiti, è considerata da decenni un faro per le indicazioni strategiche sul mercato obbligazionario. Sui giornali di mezzo mondo l’addio di Mohamed El-Erian veniva ricondotto alle frizioni con Bill Gross, fondatore di Pimco.

Ma dopo un anno dalle dimissioni il diretto interessato ha fatto sapere che le liti con Gross non c’entrerebbero nulla. «Un anno fa, senza successo – ha raccontato in una lunga lettera a Worth El-Erian- ho chiesto ripetutamente a mia figlia, 11 anni, di fare una cosa. Lavarsi i denti credo o qualcosa del genere. Gliel’ho domandato diverse volte e dal tono della mia voce deve aver capito che non stavo scherzando».

La bambina gli ha chiesto di aspettare qualche minuto, si è allontanata dal padre ed è andata nella sua cameretta a prendere un foglio di carta che poi gli ha consegnato. «Era una lista dettagliata di 22 momenti in cui io non sono stato presente nella sua vita a causa del lavoro» ha raccontato El-Erian. Dal primo giorno di scuola alla prima partita di calcio, dall’incontro con gli insegnanti alla festa di Halloween.

E così il senso di colpa è stato tutt’uno con la decisione di mollare il lavoro. «Mi sono sentito orribile – ha spiegato El-Erian – ma ho cercato subito di mettermi nelle difensive adducendo spiegazioni importanti per ogni occasione in cui non c’ero stato: viaggi, riunioni importanti, telefonate urgenti di lavoro». Il punto però era un altro. «Per quanto cercassi di razionalizzare, il problema era che la conciliazione del mio tempo in famiglia e sul lavoro non stava funzionando. E questo squilibrio stava rovinando il rapporto speciale che avevo con mia figlia. Non le dedicavo abbastanza tempo».

Dal giorno delle dimissioni, la quotidianità di questo papà è cambiata. El-Erian ora riesce ad alternarsi con la moglie per svegliare la figlia, prepararle la colazione, portarla a scuola. E ha programmato anche una vacanza per loro due. Soli.

«Dopo 14 anni fantastici in Pimco ho preferito prendere un portfolio di attività part-time e ne sono entusiasta perché posso trascorrere più tempo con la mia famiglia e con mia figlia». A chi gli ha contestato il momento tardivo di questa spiegazione e ha insinuato il dubbio che la storia fosse vera, El-Erian ha risposto così: «Mettetela così: il mio bisogno di essere un buon padre è stato più forte del mio desiderio di essere un buon investitore».

Fonte: Corriere.it