adozione internazionale. Crisi e rilancio nelle parole di Marco Griffini, presidente di Ai.Bi.

“Le centinaia di richieste di adozione per il bimbo autistico? La politica sostenga le famiglie adottive”

Lo dice il presidente di Amici dei Bambini, Marco Griffini: “Questo episodio testimonia che la voglia di adozione, in Italia, c’è. E allora la politica si muova. Si deleghi la presidenza CAI al nuovo ministro della Famiglia e non si perda altro tempo prezioso”.

presidente Ai.Bi. è membro consiglio nazionale terzo settoreLe centinaia di richieste di adozione per il bimbo di 11 anni autistico abbandonato dai genitori? Testimoniano che in Italia la voglia di adozione c’è, che la generosità delle famiglie è intatta. La politica allora non deve ostacolarla. Si inizi col delegare la presidenza della CAI – Commissione Adozioni Internazionali al ministro della Famiglia e non si perda altro tempo prezioso”. A dichiararlo il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini.

Il riferimento è alla vicenda del bambino di 11 anni abbandonato dai genitori, per il quale si è mobilitata Casa San Sebastiano, struttura del Trentino Alto Adige per le persone affette da autismo. Numerosissime sono state le offerte di accoglienza e adozione.

Dal 1986 Ai.Bi., associazione nata da un movimento di famiglie adottive, lavora ogni giorno al fianco dei bambini ospiti negli istituti di tutto il mondo per combattere l’emergenza abbandono.

“Spesso sentiamo dire – ha proseguito Griffini – che il crollo delle adozioni è dovuto alle motivazioni più disparate: dall’assenza di coppie disponibili al rifiuto di minori con bisogni particolari o di età troppo avanzata. Quanto accaduto dimostra che non è così e che la propensione delle famiglie italiane all’accoglienza non è certamente svanita nel nulla. A volte basta che una di quelle cartelle cliniche che compongono le cosiddette ‘neglect list’ di tutto il mondo diventi una storia per sollevare l’attenzione e noi ce ne accorgiamo grazie ai nostri canali di comunicazione. L’adozione è anche legata alla narrazione che si fa di questi bimbi. Certo, se i giornali ogni tanto pubblicassero le loro storie…”.

“In secondo luogo – continua il presidente di Ai.Bi. i servizi sociali e i tribunali dovrebbero iniziare a capire oggi che cos’è l’adozione internazionale e chi sono i bambini bisognosi di essere adottati. Invece continuiamo a sentir parlare di ‘decreti vincolati’, con tribunali che non concedono l’idoneità all’adozione per minori al di sopra dei sette anni. Uno scandalo. E dov’è il Ministero della Giustizia? Anche la politica deve svegliarsi. Far ripartire la CAI, che è il motore dell’adozione internazionale, è il punto di partenza. Ma se la presidenza non viene delegata al ministro della Famiglia si perde solo tempo”.