Lettere al Direttore: «CAI, rimborso spese: nessuna notizia»

Elena scrive:

Vorrei far notare che, a tutt’oggi, non ci sono notizie (seppur richieste alla CAI, sia via mail che telefonicamente al numero verde), in merito al rimborso delle spese adottive per le Famiglie che hanno concluso l’adozione nel 2010.

Seppure il “rimborso” sia di piccola entità, rispetto a quanto effettivamente costa un’adozione internazionale, esso rappresenta comunque un contributo e un aiuto, magari per accantonare somme per lo studio del bambino.

Ha anche, a mio avviso, un forte significato simbolico: e cioè che lo Stato è presente e accanto alle Famiglie.

Carissima Elena,

quanto da lei scritto è condivisibile, ma entro certi limiti. Anche Ai.Bi. vorrebbe far notare che, pur nel suo valore di aiuto alle famiglie, l’attuale contributo statale in questione è forse, per l’appunto, eccessivamente simbolico. Distinguiamo il rimborso a cui lei si riferisce dal famoso 50% di spese deducibili: è un rimborso di carattere annuale, sottoposto alla variabile di risorse disponibili, anno per anno, presso le casse dello Stato. E siamo così già a due disposizioni riguardanti lo stesso tipo di spesa. A queste vanno a sommarsi altre eventuali agevolazioni regionali, non molto stabili, che compaiono e spariscono da un anno all’altro. Per questo sosteniamo la riforma per la gratuità dell’adozione internazionale: non solo come misura opportuna per alleggerire i costi, bensì come modalità di procedura semplice, chiara e unica per tutti; senza che ci sia bisogno di obbligare le famiglie ad aggirarsi nella giungla degli innumerevoli provvedimenti tributari escogitati dal legislatore italiano, per poi magari scoprire che, per carenza di risorse, l’agevolazione a lungo inseguita è stata ridotta o soppressa.

Antonio Crinò, Direttore Generale di Ai.Bi. Amici dei Bambini