“… Ma Dio tace”: in scena lo scandalo dell’abbandono

maq dio taceCi sono mille domande che ritornano nella vita di ogni coppia adottiva e che cercano risposte difficili da cogliere nella vita quotidiana. Per riempire il vuoto che questi interrogativi pongono a ogni famiglia che accoglie un figlio proveniente da lontano, è necessario immergersi in una dimensione diversa, definibile come “spiritualità dell’adozione”, che fa della scelta adottiva, meravigliosa forma di accoglienza, una vera e propria vocazione.

Alla base di questa spiritualità dell’adozione c’è un testo scritto da Marco Griffini, presidente e fondatore di Amici dei Bambini, intitolato “…Ma Dio Tace. Abbandono, speranza, adozione” (edizioni àncora, Milano, 2012). Da questo testo è tratta la rappresentazione “…Ma Dio Tace”, dello stesso autore, che andrà in scena domenica 13 aprile, alle ore 17.30, sul palco della parrocchia di San Michele Arcangelo a Quarto Inferiore, in provincia di Bologna. L’evento, a ingresso libero, è organizzato dal Movimento delle Famiglie Ai.Bi. dell’Emilia Romagna.

Può essere davvero mio figlio un bambino non nato da me? Come può una mamma abbandonare suo figlio? E soprattutto, un bambino abbandonato da sua madre può avere ancora fiducia nell’amore di una nuova mamma? E può vivere per tanti anni nella speranza di questo incontro?

La riflessione proposta dalla rappresentazione “…Ma Dio tace” aiuta a dare risposte a queste domande, ponendo al centro il mistero dell’accoglienza di un minore abbandonato, osservato con gli occhi di si interroga ogni giorno sullo scandalo dell’abbandono. 

La rappresentazione è una sorta di viaggio nella contemplazione che, partendo dalla morte di Gesù, conduce fino alla sua resurrezione: una riflessione nata dal contatto quotidiano dell’autore con il mistero dell’abbandono. Le grida di Gesù sulla Croce, i silenzi, la Sua morte, la scoperta della tomba vuota. Quattro scene caratterizzate dai suoi personaggi protagonisti: Gesù in Croce, il bambino abbandonato, lo Spirito Santo, la coppia sterile, la mamma che abbandona il figlio, un papà adottivo. Una contemplazione, quindi, che invita alla riflessione e alla comprensione della Parola, capace di aprire spazi infiniti di possibilità.

 

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