Madonna in Italia, testimonial dell’adozione in Africa?

L’Africa terra di paradossi e contraddizioni. L’abbraccio sincero e paterno di Barack Obama ha cinto la vita del continente nero durante il G8 e nell’aula del Parlamento Ghanese. “Io considero l’Africa non più come un mondo a parte, bensì un mondo interconnesso con quello Occidentale. Dobbiamo partire da una semplice premessa: il futuro dell’Africa spetta agli africani”. L’Africa quindi da oggi non deve più essere vista come il continente della perpetua guerra fratricida, o la patria dei bambini soldato, bensì come la terra dove la parola futuro possa cominciare ad essere pronunciata. Queste parole, pronunciate in questi giorni, sono le stesse che hanno spinto non un Governo, non un Presidente, ma la regina del Pop Madonna a lottare per donare ad una “figlia dell’Africa” un futuro, una famiglia.
I Figli dell’Africa abbandonata sono milioni. 4 milioni gli orfani dell’Aids (stime di Unicef), imprecisati quelli che senza una famiglia non hanno nemmeno identità per non parlare dei bambini soldato o dei cosiddetti bambini stregone.  Una vera e propria carneficina sociale.
“Si, anche per noi il Futuro spetta all’Africa e il Futuro deve partire da Leggi che tutelino i diritti dell’infanzia tra cui il diritto alla Famiglia (sancito dalla Convenzione dell’Onu del 1989” ha dichiarato Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi.
Le leggi locali infatti ostacolano l’accoglienza dei minori in famiglia e tolgono il futuro di cui hanno bisogno; un’aspirante famiglia adottiva deve risiedere dai 9 ai 18 mesi prima di poter ottenere l’adozione di un minore del Paese. E’ il caso di Paesi come il Malawi, la Tanzania o il Kenya. Una corsa ad ostacoli assurda e difficile.
Madonna che tra poche ore, davanti a più di 55mila persone, si esibirà nel suo show Kolossal, ha già vinto la sua battaglia.
E’ già diventata la Regina dell’adozione internazionale in Africa. E’ accaduto il 12 giugno quando la Suprema Corte d’Appello del Malawi ha rovesciato una sentenza precedente in base alla quale la cantante non possedeva i requisiti per l’adozione, non avendo vissuto in Malawi per almeno 18 mesi, come previsto dalle leggi del Paese.
L’opinione pubblica si è spaccata: atto egoistico da un lato – atto d’amore dall’altro.
Il Professore Graff, direttore dello Schuster Institute di Giornalismo investigativo dell’Università americana di Brandeis, ha dichiarato che “la vicenda di Madonna ha un merito: far parlare dei problemi dei bambini che vivono in Africa, rompendo così il silenzio che avvolge i destini di milioni di loro. E persino Marguerite Wright, una delle più conosciute psicologhe americane e autrice del libro “I’m chocolate, you are vanilla”, ha detto in un’intervista al New York Times “trovo sconcertanti le critiche mosse nei confronti di Madonna e della sua volontà di adottare Mercy James. Qualunque sia la sua motivazione ha cercato di dare una possibilità in più a quella bambina” ed ha aggiunto “Chi critica le adozioni internazionali dovrebbe domandarsi: cosa sto facendo per alleviare le sofferenze di milioni di bambini in difficoltà?”