Marocco. La commozione del Papa per la morte del il piccolo Ryan, estratto senza vita dal pozzo in cui era caduto – AGGIORNAMENTO

Marocco. Dopo più di 100 ora passate in un pozzo a 35 metri di profondità, il piccolo Ryan, di 5 anni, è stato estratto senza vita. Il ricordo nell’Angelus di Papa Francesco: “Tutto un popolo si è aggrappato per salvare Rayan”, nonostante l’esito infelice, una grande testimonianza di abnegazione e unità – AGGIORNAMENTO.

Hanno lavorato ininterrottamente per giorni, provando ogni soluzione possibile, ma, alla fine, quando finalmente i soccorritori sono riusciti a raggiungere il piccolo Ryan, 5 anni di età, bloccato a 35 metri di profondità in un pozzo nel quale era caduto, lo hanno trovato senza vita. La notizia, per noi italiani, non può non far tornare alla mente quella del povero Alfredino di Vermicino, un evento che coinvolse tutta l’Italia, tenuta costantemente aggiornata, per la prima volta, con dirette televisive dal luogo della tragedia.

Un lavoro incessante per provare a salvare il bambino nel pozzo, in Marocco – AGGIORNAMENTO.

Più di 100 ore costretto in un pozzo, largo in alcuni punti solo 20 cm. Indebolito per le ferite riportate nella caduta. Ha provato a resistere il piccolo Ryan, raggiunto da alcune sonde che gli hanno portato ossigeno, acqua e cibo, mentre intorno a lui un intero Paese si è mobilitato in una eccezionale operazione di soccorso. Ma, alla fine, nonostante tutti gli sforzi, quando finalmente, dopo il lentissimo e difficile abbattimento delle ultime pareti rocciose ha permesso ai soccorritori di arrivare dal bambino, lo hanno trovato senza vita.
Le immagini delle telecamere hanno colto gli attii convulsi in cui i soccorritori sono usciti con il corpo di Ryan in braccio e per qualche minuto tutti hanno sperato che fosse finalmente arrivata la salvezza. In serata, però, la nota della casa Reale del Marocco ha messo nero su bianco l’amara verità: Ryan “è deceduto per le ferite riportate nella caduta’.

Le parole del Papa all’Angelus

La vicenda ha davvero coinvolto tutto il mondo e, soprattutto, tutto il Paese del Marocco, mobilitatosi in ogni sua componente: dalla comunità locale che ha preparato cibo e offerto ospitalità ai soccorritori costantemente al lavoro, fino a Ali El Jajaoui, l’esperto di pozzi arrivato dal sud non appena appresa la notizia e per giorni impegnato a scavare, anche a mani nude, senza sosta.
Una mobilitazione che Papa Francesco ha citato durante l’Angelus di domenica 6 febbraio, sottolinandola come “una cosa bella” L’esempio di come tutto un popolo fosse lì: “Aaggrappato per salvare Rayan…  lavorando per salvare un bambino! Ce l’hanno messa tutta. Purtroppo non ce l’ha fatta. Ma quell’esempio, quelle fotografie di un popolo, lì, aspettando per salvare un bambino… Grazie a questo popolo per questa testimonianza!”.

La vicenda: il difficile lavoro dei soccorsi per salvare il bambino nel pozzo

Rispetto alla famosa vicenda di Vermicino, si sperava che quella di Ryan potesse diventare una storia con un finale diverso, ma anche in questo caso le difficoltà sono tante. I soccorritori sono al lavoro ininterrottamente e sono riusciti a raggiungere il piccolo con alcune sonde che hanno permesso di portargli acqua, cibo e ossigeno. Ma dopo oltre 60 ore lì sotto, il piccolo è allo stremo e la lotta dei soccorritori, ora, è anche contro il tempo e non solo contro le difficoltà logistiche del recupero.
Recupero che, vista l’impossibilità di calarsi nel pozzo ed estrarlo da lì, dovrebbe avvenire scavando un pozzo parallelo e, raggiunta la profondità alla quale si trova Ryan, un collegamento orizzontale che possa arrivare al bambino. Il problema sono gli smottamenti che questi scavi possono provocare, con possibili crolli che finirebbero per aggravare la situazione di Ryan. Sul posto le squadr5e dei soccorritori si alternano senza sosta, mentre ambulanza ed elicottero sono già pronti per prestare i primi soccorsi quanto Ryan tornerà a vedere la luce. Intorno, una folla di curiosi si è assiepata e attende di vedere l’esito della vicenda, seguita in diretta dalle televisioni del Marocco e del mondo.

Soccorritori sempre più vicini a Ryan

Le ultime notizie, arrivate nella mattinata di sabato 5 febbraio, dicono che i soccorritori sono ormai a un paio di metri da Ryan, separati da uno strato di rocce e terra che verrà scavato con i picconi, proprio per cercare di ridurre al minimo possibili smottamenti.
Tutti sperano che entro poche ore la vicenda possa concludersi felicemente e che il piccolo Ryan possa tornare dalla sua famiglia.

Foto Twitter @Le360fr