Messina. Dal barcone alla realizzazione di un sogno: per Pa Keita l’accoglienza si è trasformata in Eccellenza

keita-paI gol arriveranno presto. Per ora ha trovato una squadra che è una vera grande famiglia. Pa Keita è un ragazzo senegalese sbarcato da solo in Italia a luglio del 2013, quando era ancora minorenne, e accolto, grazie ad Amici dei Bambini, dai coniugi Caterina e Antonino Vinci di Messina, nell’ambito del progetto Bambini in Alto Mare. Il 21 dicembre ha compiuto 20 anni e ha festeggiato questo traguardo sia in casa Vinci che con i suoi nuovi compagni di squadra. Pa Keita infatti è una giovane promessa del calcio e recentemente ha iniziato a giocare nel Pistunina, la formazione dell’omonima frazione di Messina che disputa il campionato di Eccellenza, la massima categoria del calcio regionale.

Un salto di qualità non indifferente per un calciatore così giovane che ha debuttato nei campionati regionali siciliani solo all’inizio della scorsa stagione. Lo ha fatto con la maglia del Camaro, contribuendo alla salvezza della formazione messinese. Per lui è stato quasi come restituire un favore: Camaro, del resto, aveva rappresentato a sua volta la salvezza per Pa Keita. Il giovane senegalese, infatti, dopo essere sbarcato a Messina, trovò accoglienza a Casa Mosè, la struttura per minori stranieri aperta da Ai.Bi. proprio nel quartiere di Camaro.

La sua prima stagione è molto positiva. “Tanto che, in estate, viene cercato da diverse squadre, anche di categoria superiore – racconta oggi Antonino Vinci, colui che l’ha accolto come un figlio in casa sua -. Ma il Camaro ha deciso di tenerlo. Poi, all’inizio di dicembre, il Pistunina è tornato alla carica e questa volta la cessione è avvenuta, anche se solo a titolo di prestito”.

Così da qualche settimana, il 20enne centrocampista senegalese veste la maglia rossonera. “E’ stato inserito subito tra i titolari e la squadra l’ha accolto benissimo”, dice ancora papà Antonino. “Siamo come una grande famiglia, mi difendono tutti – conferma lui -. Nella nostra squadra il razzismo davvero non esiste.

Oggi si allena 4 volte a settimana, tutti i giorni dal martedì al venerdì e ha l’onore di calcare un campo che un tempo fu di serie A. Il Pistunina, infatti, gioca le sue partite casalinghe al “Giovanni Celeste”, che dal 1932 al 2004 è stato lo stadio del Messina, che vi ha giocato 33 gare di massima serie dal 1962 al 1964.

Il compito che l’attende non è dei più semplici. Dopo un inizio di stagione discreto, infatti, il Pistunina ha inanellato una serie di risultati negativi che l’hanno relegato, per ora, al terz’ultimo posto in classifica. Per questo la dirigenza ha deciso di approfittare del mercato d’inverno per rivoluzionare la rosa. In questa rivoluzione è stata data fiducia anche a Pa Keita, che dovrà dare il massimo per condurre la sua squadra alla salvezza. Compito arduo, certamente, ma di sicuro alla portata di un ragazzo che di difficoltà, nella sua vita, ne ha superate di ben peggiori. La fuga dal suo Paese prima e dal vicino Gambia poi, il deserto, la traversata del Mediterraneo su un barcone, l’arrivo in Italia da solo, senza genitori e senza nessuno a cui affidarsi. Poi Ai.Bi. e la famiglia Vinci gli hanno ridato la certezza dell’affetto e la sicurezza di una famiglia. E da lì, per Pa Keita, è iniziata la risalita: nella vita e nel calcio, la sua più grande passione.