Mediterraneo. Oltre 70mila migranti e quasi 8 mila MISNA nel 2022. La sfida dell’accoglienza

Nei primi 9 mesi del 2022 i migranti arrivati in Italia via mare sono aumenti del 54% rispetto all’anno scorso. I MISNA sono oltre 7 mila e quasi 1500 i morti. Un’emergenza per la cooperazione internazionale in cui si distingue l’iniziativa del Marocco per il reintegro dei suoi minori nelle famiglie d’origine

Una volta gli sbarchi e le periodiche tragedie dei migranti nel Mediterraneo erano uno degli argomenti più dibattuti, politicamente, mediaticamente e anche nelle conversazioni tra amici e colleghi. Oggi, tra Covid, guerra in Ucraina ed elezioni, la questione degli sbarchi è un po’ uscita dai radar, ma non per questo la tragedia è finita. Anzi, secondo gli ultimi dati del Ministero degli Interni, nel corso del 2022 i migranti arrivati in Italia via mare sono stati 70.225, circa il 54% in più rispetto ai 45.599 dello stesso periodo dell’anno scorso. Di tutti questi, i minori non accompagnati sono 7.769, con la prospettiva di pareggiare o forse superare i 10.053 MISNA arrivati in Italia in tutto il 2021. Quello che si spera di non raggiungere è il numero delle persone morte nel tentativo di raggiungere le nostre coste: in tutto il 2021 sono stati 2.062, mentre il 2022 ne ha finora contati 1.473.

Gli sforzi del Marocco per riportare i minori nelle loro famiglie d’rogine

Tra le nazionalità più rappresentate, stando alle dichiarazioni fatte al momento dello sbarco, spiccano Tunisia, Egitto, Bangladesh, Afghanistan e Siria. Più indietro in classifica il Marocco, che è anche tra i Paesi che più di tutti si stanno sforzando per migliorare e implementare la cooperazione con l’Unione Europea proprio su questi temi. Il Regno ha recentemente ribadito il suo impegno inviando commissioni tecniche per valutare la situazione dei minori marocchini non accompagnati in situazione irregolare in Europa, al fine di rimpatriarli nel loro Paese d’origine.
In un’intervista all’agenzia di stampa spagnola EFE, il direttore della migrazione e della sorveglianza delle frontiere presso il Ministero dell’Interno ha rassicurato sul fatto che il Marocco disponga di servizi di protezione dell’infanzia e di centri di accoglienza e può garantire il reinserimento di questi bambini all’interno delle loro famiglie. “Abbiamo affrontato la questione con grande coraggio e trasparenza e abbiamo inviato squadre in Francia, Spagna e altri Paesi per identificare i minori”, ha spiegato il funzionario marocchino, assicurando che: “il Marocco rinnova la sua disponibilità ad accogliere i suoi bambini. Il problema viene dai Paesi europei, dove le leggi e i regolamenti rendono queste espulsioni un po’ complicate”.
A oggi, nessun Paese europeo è riuscito a istituire meccanismi per garantire il rimpatrio dei minori tutelati da diversi testi, come la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo. Ma gli sforzi della cooperazione stanno proseguendo e il Marocco si sta preparando ad accogliere, nei prossimi mesi, migliaia di bambini non accompagnati sparsi per l’Europa. Si tratterà di un progetto lungo e non facile, definito dal Regno stesso una “grande sfida”, ma anche un “essenziale strumento di deterrenza” per diminuire il numero di quei “viaggi della speranza” lungo il Mediterraneo che troppo spesso finiscono in tragedia.