Milano. “Da sola ho attraversato il deserto, ho sfidato trafficanti e il mare ed ero già incinta: tutto questo per la mia bambina!”

sbarchiPiù grande dell’arsura del deserto, più grande delle onde che possono ribaltare un barcone, più grande della paura dei trafficanti di esseri umani, c’è la speranza di una nuova vita e di realizzare i propri sogni. La storia di Lucia (nome di fantasia), 23enne nigeriana arrivata in Italia nel 2011, ha qualcosa in più rispetto a quella delle migliaia di migranti che solcano il Mediterraneo dal Nord Africa all’Italia. Non a caso, Amici dei Bambini ha chiesto proprio a lei di portare la sua testimonianza, come esempio di accoglienza giusta, sabato 11 giugno, alla tavola rotonda Perché partecipare oggi, organizzato dalla Fondazione Ai.Bi. con l’Istituto Italiano della Donazione e la collaborazione di Acli Milano per la presentazione del Manifesto per l’Accoglienza Familiare. E Lucia ha accolto con gioia la proposta di condividere la sua storia con i presenti all’incontro, centrato sul tema dell’impegno sociale.

Oggi Lucia vive nell’appartamento di semiautonomia allestito nella Family House di Ai.Bi. Con lei c’è Wendy, la sua bambina di 5 anni. Cinque come gli anni da cui la giovane mamma nigeriana si trova in Italia. Lucia, infatti, ha attraversato il deserto e il mare da sola, quando era già incinta. Ha visto la morte in faccia e ha patito sofferenze terribili. Ma ora può guardare avanti. Il suo sogno di crearsi una nuova vita lentamente sta prendendo forma. A darle la forza sono due presenze importanti: Wendy e la musica.

Lucia infatti sogna di fare la cantante. Scrive di suo pugno i testi e la musica è l’unica cosa che le fa spuntare un sorriso sulle labbra. “Quando canto – ha raccontato – mi sento felice, scaccio i cattivi ricordi dalla mia mente e penso al mio futuro qui con la piccola Wendy. Lei è nata in Italia e devo essere forte per lei. Ho messo a rischio la mia vita, sofferto la fame e la sete, per lei. Solo per Wendy ho sfidato scafisti e trafficanti, soltanto per darle una possibilità”.

Italiano discreto, figura notevole, quasi istrionica, Lucia è oggi una mamma decisa e sensibile. Dietro la sua determinazione, c’è però l’animo di una donna che affida i suoi ricordi, i suoni e i colori della sua Africa alle dolci note della musica. Aveva solo 18 anni quando lasciò la Nigeria e la sua famiglia: sua madre e suo fratello vivono ancora lì, mentre suo padre non c’è più da quando lei era piccola. A loro Lucia pensa ogni giorno, anche se non li nomina quasi mai nei suoi racconti. “Non so se tornerò mai in Nigeria – ha confessato durante il suo intervento . Quando sento dei tanti barconi che continuano ad arrivare in Italia, penso a quanto ho sofferto io e capisco quei migranti che, disperati, fuggono dalla loro terra”.

Nella Family House di Ai.Bi. ha ritrovato la sua dimensione familiare insieme a Wendy, dopo anni di sofferenze e di paure. Ha sperimentato l’accoglienza che Ai.Bi. riserva ai nuclei familiari in difficoltà, ai quali vuole donare speranza per il futuro.