Milano. Presentata al territorio la culla della vita di Ai.Bi. Griffini : “Al via mappatura in Italia: troppi gli abbandoni di neonati. Bisogna potenziare la rete per le mamme in difficoltà”

culla pedrianoE’ solo di un paio di giorni fa la notizia dell’ennesimo caso di abbandono di neonato nella “Culla della vita” della Clinica Mangiagalli a Milano.  L’ennesimo caso di ‘cronaca’ che va ad aggiungersi a stime ‘importanti’: in Italia ogni anno circa 3mila neonati vengono rifiutati al momento della nascita e di questi solo 400 vengono salvati perché abbandonati al riparo nelle culle per la vita o all’interno degli ospedali, degli altri si perde traccia o si ritrovano troppo tardi.

Alla luce di tutto questo, assume un significato ancora  più importante la presenza della “Culla della Vita” di Ai.Bi., Amici dei Bambini, inaugurata il 1 dicembre 2015 e presentata oggi, 02 febbraio 2016, ai servizi sociali del territorio di San Giuliano. Presenti al ‘taglio del nastro’ il presidente di Ai.Bi., Marco Griffini e l’assessore comunale al Welfare solidale Pierluigi Dima.

La culla si trova a Pedriano (Melegnano, Milano) in via dei Pioppi, facilmente raggiungibile dalla rete di autostrade lombarde, e va a potenziare un’offerta ancora a macchia di leopardo in Lombardia. La culla di Ai.Bi è infatti l’unica nel territorio, nel sud della città di Milano.

Nella struttura dove è ospitata la culla sono presenti costantemente operatori specializzati nella presa in carico del neonato, nel rispetto dell’anonimato della mamma o di chi lascerà il bambino nella culletta.

Come funziona la culla per la vita di Ai.Bi?

Premendo un pulsante è possibile far aprire la nicchia, depositare il neonato e allontanarsi senza essere inquadrati dalle telecamere.  Queste, infatti, rilevano solo la presenza del neonato all’interno del vano e, attraverso un sensore, segnalano la presenza del bambino al personale sanitario. Oltre a garantire l’anonimato di chi vi lascia i neonati, la culla per la vita è dotata di una serie di dispositiviriscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo 24 ore su 24 e rete con il servizio di soccorso medico – che permettono il pronto intervento per la salvaguardia del bambino.

La culla della vita di Ai.Bi è stata sostenuta dagli avvocati di Linklaters. Lo studio legale multinazionale con sede a Londra è il nuovo partner di Amici dei Bambini, partner che ha accolto con interesse la richiesta di sostegno ai progetti dedicati all’infanzia abbandonata in Italia.

Anche nell’abbandono–  ha detto il presidente Marco Griffini – scegli la vita. Questo il messaggio che vogliamo lanciare con la nostra ‘Culla della vita’. E’ un servizio fondamentale che va incontro alla mamma in difficoltà. Le andiamo incontro in uno dei momenti più delicati della sua vita: quando deve dare al suo bambino la speranza, nell’abbandono, della vita. Scegliere la culla della vita vuol dire salvare il bambino dal cassonetto dei rifiuti”.

La culla della vita di Ai.Bi. si chiama “Chioccia”un nome perfetto che dà l’idea dell’accoglienza materna – spiega Griffini – : la ‘chioccia’ che con il suo calore protegge il neonato, il suo pulcino, dai pericoli e dalle intemperie.  A trovare il nome è stato un muratore: mentre lavorava alla realizzazione del gabbiotto (in cui si trova la culla) si è talmente tanto identificato nel servizio che avrebbe reso la culla, che mi ha fermato per strada e detto ‘Presidente, questa culla sarà come una chioccia per i neonati’. E così è stato”.  

Per l’assessore Dima “ sono orgoglioso di questo nuovo servizio: è una risposta concreta per le donne in difficoltà e la serenità dei bambini del territorio. E’ anche un messaggio culturale: bisogna scegliere sempre la vita. Siamo fatti per amare e abbiamo l’obbligo di fornire risposte positive. Questo è lo scopo di una buona politica: essere al servizio degli altri

In Italia, sulla base di un elenco stilato dal Movimento per la vita Italiano, con l’ultima culla di aibi sono 50 le culle già inaugurate e quasi tutte operative: ma potrebbero esserci altre culle non rese pubbliche. Per questo Ai.Bi. con il Movimento per la vita (www.mpv.orgporterà avanti una mappatura delle culle per la vita su scala nazionale.  

Basterebbe garantire una distribuzione capillare delle culle per la vita, – ha concluso Griffini –  dove una mamma può lasciare in totale anonimato il neonato e allontanarsi senza essere perseguita penalmente. Praticamente usufruendo delle stesse garanzie e diritti del parto in anonimato in ospedale. Ed è proprio questo ciò che condiziona la scelta di una mamma: quella di non abortire dando la possibilità al figlio di avere una chance di vita. In totale anonimato per la madre perchésapere di poter essere rintracciata costituirebbe un forte incentivo a soluzioni ancora più drammatiche, come l’aborto o l’infanticidio. Soluzioni che toglierebbero la vita al bambino, anziché aprirgli la possibilità di rinascere, come figlio”.