Minori, Italia: 16esima su 158 per benessere madri

(Roma) L’Italia e’ 16esima su 158 Paesi nella classifica del benessere di madri e bambini, e seconda per il solo benessere dei piccoli. Tuttavia nel Belpaese restano sacche di poverta’ e disagio che riguardano soprattutto le donne single e quelle straniere. A rivelarlo e’ il decimo rapporto sullo ‘Stato delle madri nel mondo’ presentato da Save the Children quando mancano pochi giorni alla Festa della Mamma e in coincidenza con le celebrazioni dei 90 anni dell’organizzazione nel mondo e dei 10 anni in Italia.
La palma d’oro per la tutela della salute materno-infantile va ancora una volta alla Svezia (seguita da Norvegia e Australia) che si aggiudica il primo posto anche per l’impegno in favore dello sviluppo della prima infanzia, mentre l’ultimo scalino della graduatoria e’ occupato dal Niger, preceduto da Sierra Leone, Ciad, Guinea Bissau, Repubblica Democratica del Congo, Yemen, Sudan, Angola, Eritrea e Gibuti. Impressionante il divario tra la condizione di donne e bambini nei Paesi in cima alla classifica rispetto a quelli in coda: un bambino su 4 non raggiunge il suo quinto compleanno in Afghanistan e Sierra Leone, mentre in Svezia solo un bambino su 333 muore entro i 5 anni; meno del 15 per cento dei parti avviene in presenza di personale specializzato in Afghanistan, Ciad ed Etiopia a fronte del 99 per cento in Sri Lanka; una donna su 8 muore durante la gravidanza o il parto in Afghanistan e Sierra Leone, mentre in Irlanda il rapporto e’ una a 47.000. Una donna in Angola, Gibuti e Niger studia in media 4 anni rispetto a un’australiana o una neozelandese che trascorrono sui libri oltre vent’anni della loro vita; una ragazza nata in Swaziland, in genere, non arriva ai 40 anni mentre una giapponese vive in media fino agli 86.
Tornando all’Italia, nel 2009 il Belpaese e’ passato dal 19esimo al 16esimo posto dell’Indice delle Madri (la classifica delle nazioni in cui donne e bambini stanno meglio o peggio sotto il profilo di accesso alle cure e ai servizi sanitari, scuola, benefici e aiuti economici), sotto Slovenia e Svizzera.
L’aumento del numero delle donne al governo -passate dal 17 per cento del 2008 al 21 del 2009- e il raggiungimento del 100 per cento del tasso di iscrizione alla scuola secondaria sono alcuni dei parametri responsabili dell’ascesa in graduatoria.

Ottime le perfomance dell’Italia per quanto riguarda il benessere dei bambini: considerando i soli parametri relativi all’infanzia -tasso di mortalita’, iscrizione alla scuola per l’infanzia e a quella secondaria- si piazza al secondo posto, dopo la Svezia. “Negli ultimi anni l’Italia si e’ sempre collocata a meta’ del gruppo dei Paesi più sviluppati, registrando livelli d’eccellenza rispetto agli indicatori della salute dei bambini”, ha sottolineato Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia. Analizzando invece i soli indicatori relativi al benessere delle madri (ricorso alla contraccezione, benefici alla maternita’, rapporto tra i salari degli uomini e quelli delle donne), l’Italia scende al 24esimo posto. “Sebbene questi dati riportino un quadro sostanzialmente positivo”.ha spiegato Neri, “la condizione di salute delle mamme appare piu’ incerta di quella dei bambini. Inoltre le statistiche non sempre riescono a rappresentare a pieno alcune situazioni meno visibili e specifici gruppi sociali più svantaggiati e in difficolta’”. Il riferimento e’ alle donne single e a quelle migranti. Sulla base dei dati dell’ultima indagine riferita al 2006, i minori a rischio di poverta’ in Italia sono il 24 per cento contro una media europea del 19.

L’Italia, insieme a Grecia, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Spagna, fa parte del gruppo di Paesi che registra il piu’ alto livello di poverta’ infantile. Riguardo alle donne migranti, l’organizzazione stima che siano almeno 400.000, molte senza un regolare permesso di soggiorno e quindi piu’ esposte a situazioni di marginalita’. “L’aspetto piu’ problematico riguarda proprio il sistema di accesso alle cure”, ha concluso Neri. “Come abbiamo ribadito nel commentare il disegno di legge sicurezza, e’ elevato il rischio che i diritti delle donne straniere irregolarmente presenti in Italia e dei loro figli non siano adeguatamente garantiti”.
(fonte: AGI)