Moldova, due storie, una famiglia.

La storia di due coppie di fratelli, uniti dall’amore di una famiglia che li ha accolti in affido.

I fratelli V., e I., accolti nella Casa Mario sono due bambini di 11 e 6 anni.

Provengono dal distretto di Criuleni e nonostante ancora molto piccoli, i bambini hanno vissuto un passato tumultuoso.

I fratelli, insieme a loro madre, abitavano nella casa della bisnonna. L’abitazione era condivisa anche con alcuni cugini materni.

Purtroppo, nessuno degli adulti poteva essere una risorsa per i bambini, visto che tutti conducevano uno stile di vita amorale: abusavano di alcool ed erano molto violenti. I bambini assistevano spesso a episodi sgradevoli e non poche volte sono state vittime degli adulti. In una lite domestica fra i genitori, V. è stato colpito, accidentalmente, alla testa con un martello.

Succedeva spesso che la madre sparisse di casa per periodi abbastanza lunghi, lasciando i piccoli con la bisnonna anziana, molto malata e quindi, incapace di prendersi cura dei bambini. Gli abitanti del villaggio li vedevano spesso a vagare per le strade, malandati e sporchi.

Hanno quindi segnalato il caso ai Servizi Sociali ed al Consiglio regionale, si è deciso che i due minori venissero istituzionalizzati in una struttura di tipo residenziale (un orfanotrofio).

I bambini sono stati istituzionalizzati 2 anni e la madre gli ha fatto visita una sola volta.

La vita dei bambini si svolgeva fra l’istituto e la scuola, non sono mai andati da nessuna parte, a aprte nel periodo estivo che venivano accolti presso una famiglia battista. Gli unici momenti felici che i bambini si ricordano durante la permanenza in quella famiglia era quando andavano a letto. Ci hanno infatti parlato spesso del famoso ”letto a piani” del quale sono rimasti molto entusiasti.

Per quanto riguarda i bambini, V., il più grande è molto attento nei confronti del piccolo I. Gli sta sempre vicino e lo aiuta come può. Spesso quando incontrava l’assistente sociale, a scuola, V. le correva incontro per chiederle se era riuscita a trovare una famiglia che potesse accoglierli, o almeno solo un padre, con il quale giocare a calcio. V. infatti, ama il calcio.

Un giorno abbiamo saputo della disponibilità di una coppia moldava di avviare una Casa Famiglia dove accogliere bambini come i fratelli V. e I., per offrire loro le cure l’amore di cui hanno bisogno.

Dopo un periodo di affiatamento, abbiamo notato che i bambini si sono adattati molto presto alle nuove condizioni ed hanno scoperto tantissime passioni comuni con i loro “genitori”, tra le quali, ovviamente, il calcio. Anche i due genitori – educatori sono molto entusiasti dei bambini e dei rapporti che sono riusciti a sviluppare in breve periodo.

Le altre bambine accolte sono le sorelle I. e L., anche loro di 11 e 6 anni. Le bambine sono nate nel villaggio di Lucaceni, distretto di Falesti.

Il caso delle due sorelle ci è stato segnalato da un rappresentante della Sezione di Assistenza Sociale, membro anche della Chiesa Evangelica della località. Il rappresentante andò a fare una visita alla famiglia e trovò una situazione veramente disastrosa, la casa era in pessime condizioni. La madre alcolizzata era immobilizzata al letto. Le uniche che la curavano erano le bambine. In seguito all’intervento dei servizi di assistenza sociale, la famiglia ha ricevuto un piccolo aiuto economico), nonché alimenti e carburante (per poter riscaldare la casa) da parte della Chiesa.

I soldi sono stati spesi, con l’aiuto dell’assistente sociale, per l’acquisto dei beni, invece, gli alimenti, abbiamo saputo che la madre li ha scambiati per l’alcol.

A quei tempi, la figlia più grande frequentava una scuola del villaggio vicino, situato a 4 chilometri di distanza. Siccome non aveva i soldi per il trasporto, I. andava a piedi e spesso, a causa della denutrizione (mangiava una sola volta al giorno, in quanto beneficiava di una mensa gratuita a scuola), non aveva neanche le forze necessarie per camminare. Questo, ovviamente, aveva un’influenza negativa sulla riuscita scolastica della bambina.

La piccolina invece, non aveva neanche il certificato di nascita, per cui non frequentava l’asilo d’infanzia.

Più tardi sono state istituzionalizzate ed anche se si trovavano bene in istituto, aspettavano comunque la visita della madre, che purtroppo, non è mai avvenuta.

Il caso delle minori è stato discusso anche durante una riunione con l’equipe multidisciplinare, in seguito alla quale si è deciso che potevano essere accolte nella Casa Mario.

Sin dal primo giorno, tutti i bambini sono riusciti a creare dei buoni rapporti tra di loro.

I genitori hanno apparecchiato il tavolo, hanno mangiato tutti insieme e poi sono usciti nel cortile per farli familiarizzare con i dintorni della casa.

I piccoli sono rimasti in compagnia della madre e si sono offerti persino di aiutarla nei lavori domestici.

I. si è messa a fare la pulizia nel cortile e V. invece, per essere anche lui al centro dell’attenzione ci ha fatto una bella dimostrazione delle sue performance sportive.

Tutto il giorno è passato tranquillamente, caratterizzato da un ambiente sereno. I bambini si rivolgevano ai due genitori-educatori con “Signora Mariana” e “Signore Oleg”, il giorno dopo invece, hanno superato le barriere ed hanno iniziato a rivolgersi con “Mamma” e “Papà”.

I due genitori ci hanno confessato poi che erano felicissimi nel sentire queste parole.

Inoltre, i piccoli hanno fatto conoscenza con la famiglia allargata e così loro zio è diventato “Badea” Igor. Questo infatti, è un modo di chiamare un fratello più grande.

Lo zio è quello che accompagna i bambini a scuola e va a riprenderli. Sempre lui li ha presentati agli altri bambini della località. L’ultimo si è già fatto amici nella sua classe e frequenta volentieri la scuola.

V. fa parte della squadra di calcio della scuola ed e’ uno dei giocatori più bravi.

In questo tempo molto breve, abbiamo notato che i bambini sono diventati più sicuri di se stessi. Tutti desiderano rendersi utili ed aiutano con piacere i genitori, chi porta l’acqua dal pozzo, chi fa il fuoco, chi a dare una mano alla mamma nel fare le pulizie, chi a dare da mangiare agli animali. Sono veramente molto legati alla loro nuova abitazione e condividono volentieri lavori e opinioni. Ovviamente, non mancano i capricci, soprattutto di I., che è il più piccolo della casa ed anche il più birichino, ma i genitori sono pazienti ed entusiasti di vederli tutti insieme davanti al tavolo e di dare loro il bacio di buona notte, la sera, prima di accompagnarli al letto a piani assai desiderato.