Napoli. Marienne: gara di solidarietà per adottarla. Un simbolo per un Paese e un settore che vogliono rinascere

Nel 2019 confermato il dato delle adozioni internazionali, per la prima volta sotto quota mille. Dopo il buio del Coronavirus bisogna sperare in una nuova alba

Potrebbe essere, come ipotizza il quotidiano Il Mattino, una bambina abbandonata di soli due mesi la mascotte della Napoli che vuole risorgere dopo il Coronavirus e il lockdown. Una chiusura totale che il prossimo 4 maggio sarà durata, guarda caso, praticamente due mesi. Coincidendo così, con il momento di nascita di questa bimba, Marienne, che il papà è stato costretto a lasciare, dopo essere stato abbandonato dalla compagna tossicodipendente, alle cure dei vigili urbani del quartiere Vasto, dopo averla offerta addirittura ai passanti, per l’intercessione di un consigliere comunale residente in zona, venuto a conoscenza della situazione.

Napoli: la piccola Marienne e la gara di solidarietà per adottarla

Marienne è stata successivamente presa in carico dall’ospedale Santobono. Dove è già partita la gara di solidarietà per adottare questa bimba, come spesso accade in casi fortemente mediatici come il suo. Casi che scuotono le coscienze di un Paese, l’Italia, che è sempre stato tra i più accoglienti al mondo per i bimbi in difficoltà famigliare, ma che, negli ultimi anni, ha registrato un calo pesante delle adozioni, sia nazionali che, soprattutto, internazionali.

E, così, Marienne, meravigliosamente inconsapevole di quanto stia accadendo attorno a lei, come solo una bimba così piccola può esserlo, rischia di divenire il simbolo di un nuovo periodo di speranza, non solo per Napoli, ma per il mondo dell’accoglienza.

Marienne e la gara per adottarla: un simbolo di rinascita per le adozioni?

Un mondo che, certamente e a maggior ragione dopo il dato rilasciato dalla CAI – Commissione Adozioni Internazionali che, nel report statistico 2019 appena pubblicato, riporta come, per la prima volta, le adozioni internazionali in Italia siano scese sotto quota mille: 969 per la precisione, per 1205 minori autorizzati all’ingresso nel Paese. Un picco negativo che cela tante problematiche: burocratiche, sociali, politiche, economiche. Problematiche che, in questo 2020 segnato da una drammatica emergenza sanitaria, rischiano di essere elevate a livelli esponenziali.

Eppure la storia di Marienne racconta che la disponibilità delle famiglie italiane, anche in una fase drammatica, non è cambiata. E che, forse, dopo il buio di questa notte tremenda segnata dal Coronavirus, potrebbe vedere una nuova alba. Sempre che le istituzioni ne capiscano l’importanza.