Nei locali pubblici esplode la moda del “child free”. Griffini (Ai.Bi.): “Si fa il tifo per l’estinzione”

Il presidente di Amici dei Bambini: “Anziché ascoltare il grido dei bimbi che chiedono di tornare a essere ‘figli’, si pensa alla tranquillità a tavola…”

I ristoranti? Sempre più “child free”. In Italia il caso scoppiò in modo fragoroso quattro anni fa con il caso del ristoratore di Roma che fuori dal suo locale espose un cartello che recitava, testuali parole: “Non è gradita la presenza di bambini minori di cinque anni a causa di episodi spiacevoli dovuti alla mancanza di educazione”.

Recentemente ha fatto scalpore il caso di Gabriele Berbenni, pizzaiolo di Sondrio, che ha invitato con un cartello la propria clientela a lasciare a casa i bambini, se maleducati. Divenendo così un simbolo involontario del movimento “senza bambini”. Il fenomeno del “child free” , nato negli Stati Uniti, si è diffuso un po’ ovunque complice anche il numero sempre crescente di coppie senza figli per scelta e di famiglie single che in Italia, stando agli ultimi dati sono il 21,5% del totale.

Così, seguendo la moda di non voler disturbare gli avventori senza figli, sono nati, tra polemiche e opposte tifoserie, ristoranti, hotel e stabilimenti balneari ‘childfree’. E, a non ammettere i bambini ci sono anche negozi e voli aerei come quelli diretti per strutture che sposano questa filosofia. Ancora negli Stati Uniti si è cercato anche di introdurre sui voli aerei la regola “un passeggero-un posto” per dissuadere la mobilità infantile.

“Siamo di fronte – spiega il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffinia un movimento culturale che fa il tifo per l’estinzione. Il bambino è il futuro, è la vita, è un dono. E molti sono, nel mondo, i bambini che, rimasti senza il conforto fondamentale di una famiglia, aspettano solo di essere adottati da chi potrebbe renderli nuovamente ‘figli’. Invece che ascoltare il loro grido di dolore, si preferisce girarsi dall’altra parte e guardare alla propria tranquillità, mentre si sta comodamente seduti al ristorante”.